Delyria «Regression In Mind» (2009)

Delyria «Regression In Mind» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Cynicalsphere »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1641

 

Band:
Delyria
[MetalWave] Invia una email a Delyria [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Delyria [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Delyria

 

Titolo:
Regression In Mind

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Andrea Germinario - vocals
Giancarlo Lucheroni - guitars
Fabio Barbetti - guitars
Francesco Angelini - bass
Daniele Cavalli - drums

 

Genere:

 

Durata:
47' 30"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Dopo un buon demo d’esordio (“At The Wane Of The Sun”) ed un ottimo Ep (“Tales From My Abyss”), finalmente anche per i grossetani Delyria arriva il fatidico esordio sulla lunga distanza, a coronamento di un percorso che ha visto fin qui la band collezionare “Top Demo” e positivi consensi un po’ ovunque. “Regression In Mind”, edito dalla SG Records, oltre a raccogliere parte del precedente lavoro, che vedeva i nostri ancorati ad influenze squisitamente death americane, presenta soprattutto nuovo materiale, in cui i cinque maremmani fondono sonorità profondamente diverse tra loro, dal thrash/death di matrice melodica al metalcore, con un pizzico di heavy classico, senza però dimenticare il sound “old school” delle origini. Rimane quindi inalterata quell’attitudine dinamica, dirompente ed aggressiva che aveva caratterizzato la band in passato. A differenza però di quest’ultimo, i Delyria prediligono più la ricerca per la melodia ed il fraseggio ad effetto che non la furia cieca nell’esecuzione, dosando dunque trame di base granitiche e violente con inserti melodici, break, stop & go e soli di buon gusto nei punti in cui servono. Quel che ne esce fuori è un complesso di brani piuttosto omogeneo nel suo insieme e, ad onor del vero, non il massimo dell’originalità: in un primo momento infatti, le influenze qui riversate emergono prepotentemente, dando a chi ascolta la sensazione di scambiare il gruppo come un replicante delle innumerevoli band che si sentono in giro. Ma alla lunga, sono le qualità tecniche e compositive del gruppo a prendere il sopravvento e “Regression In Mind” risulta avere quella giusta dose di cattiveria per farsi lasciare impresso ed una buona dose di spunti fra un brano e l’altro, variegati quanto basta per evitare di finire nel dimenticatoio.
Tecnicamente preparati e coadiuvati da una produzione (affidata ai 16th Cellar Studios di Stefano Morabito) perfettamente in linea con quelle attuali, fin dalle prime battute i Delyria non si perdono in formalità, pestando duro sull’acceleratore con “Empty End For An Empty Man”, in cui emerge palese la nuova veste stilistica assunta dalla band con i suoi richiami al metalcore più recente. Non sono rari i momenti in cui i nostri pescano a piene mani dal repertorio di Heaven Shall Burn e simili (vedi “Eulogy” e “Dark Omega”), ma altre volte è la vena più “svedese” a prendere il sopravvento (“Freedom”, “Artificial God Dimension”), così come in altre circostanze è il death più di “schulderiana” memoria a farla da padrone (“Engraved In A Web Of Hate”, “Fall”). E non è un caso se è proprio su questi ultimi lidi che i Delyria si comportino meglio, con Andrea Germinario, novello “Evil Chuck”, a dettare legge e con un gruppo alle spalle che sa assolutamente il fatto suo in termini di preparazione tecnica e song-writing. Indipendentemente da come la si veda e da quali influenze abbiano, non si può comunque negare il potenziale esplosivo offerto dai brani di “Regression In Mind”, confezionati in maniera ottimale e pronti a dar battaglia e, soprattutto, a farsi valere in sede live.
Quel che però manca ai Delyria per una definitiva quadratura del cerchio e per allontanarsi definitivamente da facili etichettature è un definitivo allontanamento dalle loro basi d’influenza ed un lavoro finalizzato ad accrescere la personalità di una band che già può vantare una base di partenza ottimale. Se verranno apportate migliorie in tal senso, potremo stare sicuri di continuare a sentirne delle belle da Grosseto. Per adesso l’inizio è più che confortante e “Regression In Mind” è un esordio più che discreto. Avanti così!

Track by Track
  1. Empty End For An Empty Man 70
  2. Freedom 75
  3. Fall 70
  4. Engraved In A Web Of Hate 80
  5. Life Under Rotten Sky 70
  6. Far From Reality 65
  7. Eternal Slaves Of The Mirrors 70
  8. Eulogy 70
  9. Artificial God Dimension 75
  10. Dark Omega 70
  11. Lost 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Cynicalsphere » pubblicata il --. Articolo letto 1641 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti