AA.VV. «Yogsothery Gate 1: Chaosmogonic Rituals Of Fear» (2010)

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carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1059

 

Band:
AA.VV.
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Titolo:
Yogsothery Gate 1: Chaosmogonic Rituals Of Fear

 

Nazione:
Finlandia

 

Formazione:

 

Genere:

 

Durata:
1h 17' 52"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Tra gli ultimi dischi del 2010 che ho avuto il piacere di ascoltare e in seguito recensire compare questo mastodontico progetto dell’etichetta I, Voidhanger denominato Yogsothery Gate 1: Chaosmogonic Rituals Of Fear. La parola Yog-Sothoth probabilmente vi suonerà familiare dato che viene presa al genio assoluto di Lovecraft e delle avventure di molti suoi personaggi/alter-ego.
L’idea di creare una trilogia di dischi dedicati allo scrittore ed alla guerra fra i Grandi Antichi e gli Dei Esterni descritte nelle opere del folle autore è coraggiosissima principalmente poiché ognuno, leggendo ed appassionandosi agli scritti di Lovecraft, ha viaggiato con la fantasia in modo soggettivo e quindi tradurre in musica tutto ciò è difficile in primis, e rischiosissimo in secundis.
Detto questo ecco ciò che ho desunto dalle idee sonore delle quattro band che hanno partecipato al progetto.
Per primi giungono il duo finlandese dei Jaaportit con la loro lunga e articolatissima suite di ben 25 min “Kuihtuman Henkivi”. Un sound davvero interessante che combina stili diversi quali Elettronica applicata al Dark Ambient e Post-Rock. I ritmi intesi letteralmente sono pressoché assenti ma degli evanescenti sintetizzatori riparano al “problema” senza risultare ossessivi.
Fin da subito ci si sente come immersi in un’atmosfera pressoché ambigua che gioca tra oscurità e futurismo, come se ci trovassimo su di un pianeta buio ma ipertecnologico e il tutto si muove come un mare nero sul quale siamo inevitabilmente trasportati verso la seconda traccia dello split.
Restando sempre in Finlandia sono i doomsters Umbra Nihil con la loro Suur-Nikkurin Virsi a continuare il viaggio. Ancora follia per quasi undici minuti, ancora sperimentazione ma stavolta non approdiamo all’Ambient restando su di un piano Metal, seppur Avant-Garde. Qui sono chitarre e basso iper-effettati a donarci un senso di vertigine e di marcia lenta e macchinosa, come uno spostarsi lemme e morbido di masse informi di esseri sgusciati fuori da qualche buio ed orrido anfratto.
Terzo capitolo, diverso discorso. Si chiama Lovecraft Knew e la band –sempre finlandese- è chiamata Aarni. Lovecraft sapeva.. mai titolo più azzeccato di questo! Qui il delirio e l’azzardo si fanno tangibili come sassi e per altrettanti undici minuti passati ci troviamo in una piena di illogicità che arriva quasi a spaventare. Melodie irrazionali che si fondono tra loro senza lasciare scampo mentre un’ossessiva chitarra distorta colora di nero lo sfondo sul quale camminiamo, è una densa danza ricca di frenesia, bestialità pura che culmina il suo percorso con l’ingresso in scena di ritmi serrati –semplici nonostante tutto, come a cozzare volontariamente con le incongruenze sonore di poco prima-. Arriva un Doom più che altro settantiano contornato da voci misteriose, alternando toni gravi a toni striduli. Un brano eccezionale anche se occorrono più ascolti per comprenderlo appieno.
Vi riporto ciò che ho letto degli Aarni, roba stupefacente con un pizzico di ironia.
“Qualche fonte ha descritto la musica degli Aarni pressappoco con questi termini: “'Almost Orthodox Doom Metallish Lovecraftian-Jungian Kalevala Avant-Garde', 'Progressive Doom Metal', 'Yanni with distorted guitars', 'Primitive Black Metal', 'Underground Progressive Rock', 'Repulsonic Metametal', 'Shit', 'Melanchthonic Dumb Metal', 'Savantgawd Submusic', 'Space Doom Metal' and 'Original As Fuck'. E la band è solita usare termini come 'Chthonic Hybrid Musick (pronunciato "moo-sik")', 'Antinomian Music', 'Maybe Music', 'Noise For Mutants', 'Shroom Gumbo', 'Functional Music' and 'Dream Torrent Music”.
Confusi? Benvenuti nel club!
Con il sorriso stampato proseguo nella quarta ed ultima traccia in cui giungono gli italiani Caput LVIIIm.
Resurgent Atavism è un brano di mezzora di minutaggio in cui si rintracciano fortissime presenze di Doom Metal e di Drone Ambient. I ritmi si fanno molto più lenti e le tonalità ancora più gravi rispetto alle precedenti tracce e la vena melodica, sebbene contornata di synth bassissimi ed urli disumani, non cessa di esistere ma perdura per tutta la durata della canzone facendoci sentire un po’ come dei bambini sperduti in un bosco di notte.
Estremamente soffocante è l’atmosfera in toto e le soluzioni melodiche non ci aiutano di certo a farci respirare, è tutto così scuro e soffocante, ma riusciamo comunque a sorreggerci grazie ai macigni ritmici di una batteria ricca di riverbero e qualità sonora bassa, come se ci trovassimo di notte in cima ad un’altura e maligne percussioni giungessero dal fondo della valle per annunciarci sinistre presenze.
Il tutto è di un plumbeo e dilatante infinito e di certo Resurgent Atavism rappresenta la canzone di più arduo accostamento da parte nostra di tutto lo split.
Concludendo, di certo si tratta di un’opera di un’imponenza assolutamente grande, non troppo né troppo poco ma di certo se siete fanatici sia dei generi sperimentali che amanti degli scritti di Lovecraft tutto ciò rappresenta un must e almeno un’ascoltata dovete necessariamente dargliela, logicamente a passi lenti, pena una gran confusione e noia mortale.
Personalmente ho apprezzato ogni singola nota e posso dire di essermi trovato di fronte ad una pensata davvero magnifica e di classe.

Track by Track
  1. Jaaportit - Kuihtuman Henkivi 90
  2. Umbra Nihil - Suur-Nikkurin Virsi 80
  3. Aarni - Lovecraft Knew 90
  4. Caput LVIIIm - Resurgent Atavism 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
85

 

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