Sanchez «Run The Streets» (2011)

Sanchez «Run The Streets» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Monikuez »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Sanchez

Titolo:
Run The Streets

Nazione:
Svezia

Formazione:
Jose Sanchez - vocals
Kieven Klevmyr - guitars
Marc White - bass
Mr. Drumhead - drums

Genere:

Durata:
41' 0"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2011

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Gli svedesi Sanchez tornano alla ribalta con una line up completamente nuova e un nuovo album, in uscita il 27 maggio in Europa, dal sapore squisitamente glam/AOR anni’80. Dopo "Nightride", pubblicato nel 2009, eccoli nuovamente in pista con "Run The Streets".
Il gruppo nasce di fatto nel 2007, ma la nuova line up è composta da musicisti che bazzicano il mondo della musica fin dagli anni ’80. La nuova formazione vede l’inossidabile Jose Sanchez alla voce, Kieven Klevmyr alla chitarra, Marc White al basso e Mr Drumhead alla batteria. Alcuni di loro hanno aperto per band come Dee Snider, White Lion, Poodles; Jose Sanchez, fondatore del gruppo, ha iniziato a cantare nei primi anni ’80 in band metal come i Fierce Convintcion, ma la sua anima è sempre rimasta glam/hardrock e AOR. Gli elementi per fare un salto e tornare negli anni ’80 ci sono tutti, a partire dalla copertina dell’album. Il sound dei Sanchez si ispira principalmente a Dokken, Motley Crue, Firehouse a partire da "Run The Streets" che dà il titolo all’album. E’ il classico pezzo hard rock anni ’80 così come "Friends"; "Rock & Roll Stars" è probabilmente il pezzo più carico dell’album, dall’atmosfera driving, mentre "Empty Words" è la classica ballad anni ’80 struggente e malinconica immancabile in un album AOR che si rispetti.
Nel complesso a mio parere il lavoro è musicalmente discreto, a parte l’introduzione di qualche brano un po’ lunga, nutro qualche riserva sul timbro vocale di Jose Sanchez che non sembra particolarmente adatto per il genere AOR. Tutto sommato risulta meglio concepito rispetto al precedente "Nightride" ed è comunque un album che vale la pena ascoltare per chi ha voglia di tornare negli anni ’80.