Gorath «Apokalypsis (Unveiling The Age That Is Not To Come)» (2011)

Gorath «Apokalypsis (unveiling The Age That Is Not To Come)» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
710

 

Band:
Gorath
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Titolo:
Apokalypsis (Unveiling The Age That Is Not To Come)

 

Nazione:
Belgio

 

Formazione:
F. Dupont - vocals, guitar
B. Put - guitar
R. Meukens - bass
B. Vanderheyden - drums

 

Genere:

 

Durata:
49' 43"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Le varie fasi del black metal sono sempre state legate ad una spontaneità ed una malvagità quasi inconsapevole; tanto più si è cercato di governare questo genere, di tenerlo sotto controllo e tanto più lo si è reso insignificante: registrazioni nitide e pompate, foto session professionali, interviste e apparizioni a decine nei magazine e su internet affievoliscono sempre di più il pathos tenebroso e maledetto che dovrebbe accompagnare questo tipo di produzioni. Il black metal norvegese, al pari dei progetti maledetti degli anni '80 si portava con sé un alone di mistero e di paura; questi sono pazzi, si diceva, inneggiano a Satana, vestono di nero e acciaio e si nascondono i volti con pitture cadaveriche. Oggi, naturalmente, tutto questo è fin troppo canonico, ma quando si sente ancora un gruppo in grado di annichilire il nostro spirito, le dinamiche che ho citato di occultamento della propria figura terrena, sono ancora fondamentale; un esempio su tutti potrebbero essere i Deathspell Omega. I Gorath, invece hanno un album prodotto in maniera sopraffina, corredato di una copertina degna di un gruppo metalcore americano e di una foto session patinata, come va di gran moda tra gruppi come i Watain (anche loro persi nelle perversioni della lucidatura musicale) o i Dimmu Borgir, solo meno pittati; le loro composizioni si fregiano di aggettivi quali “progressive” e “ambient”, ma non riescono a comunicare in maniera efficace il terrore e le maledizioni di cui parlano. Tuttavia non possiamo dire che questo sia un disco completamente inutile, si inserisce bene in una tradizione dei paesi bassi che parte dai movimenti blasfemi degli Ancient Rites e cerca di fondersi con i folli progetti francesi; quindi, brani di lunga durata che si muovo da atmosfere death/black furiose, con il tipico tremolo picking e sezione ritmica sparatissima, passando per momenti più spezzati e cadenzanti, fino ad aperture ambientali o noise, dal sapore apocalittico. Cinquanta minuti di musica di cui oltre un quinto rubati dalla sola “Beasts From The Earth And The Sea”, che offre un excursus totale delle loro peculiarità: riff di chitarra evocativi e diabolici, sezione ritmica intricata e imperiosa, parti atmosferiche tese e dilatate. Avvincente e dal taglio più classico la conclusiva “Millennium”, brano diretto e il più convincente, quello che vi rimarrà in testa alla fine dell'ascolto (non solo perché ultimo).
Questo disco non rivoluzionerà nulla, anche e soprattutto a causa delle mole eccessiva di arrangiamenti poco significativi, ma potrebbe solleticare l'udito di chi cerca uno stile di black metal più cerebrale e intellettuale.

Track by Track
  1. Before The Throne Of The Demiurge 60
  2. The Seven Seals 65
  3. Wrath Of God 55
  4. Le Porteur De Lumière 55
  5. Beasts From The Earth And The Sea 70
  6. Whore Of Babylon 55
  7. Millennium (Thousand Years Of Darkness) 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
65

 

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