Zwartplaag «Haatstorm» (2010)

Zwartplaag «Haatstorm» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
909

 

Band:
Zwartplaag

 

Titolo:
Haatstorm

 

Nazione:
Netherlands

 

Formazione:
Onmensch :: Guitars
Dagon :: Vocals
Misanthropist :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
59' 33"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Olandesi Zwartplaag arrivano al cd di debutto tramite l’assolutamente iperattiva Heidens Hart Records, che ristampa questo cd uscito originariamente nel 2010 tramite Thor’s Hammer Prods. Un cd, questo, costituito da 8 tracce più intro e outro che arriva a sfiorare l’ora di un black metal praticamente sempre veloce, gelido, tagliente e di stampo norvegese sia nella qualità sonora che nello stile musicale. Appena infatti parte la prima vera canzone, “Forgotten tower of moon”, nonostante un intro e un outro dai suoi un po’ finti, non si può non notare una musica poco dinamica ma veloce, oscura e mai disdegnante un occhio melodico, che fa virare le coordinate sonore tipicamente norvegesi ad uno stile più tedesco tipo Silberbach, primi Lunar Aurora e anche Cirith Gorgor. Proseguendo l’ascolto del disco, tuttavia, la vena compositiva che ammanta l’album è quella dei Sargeist del primo album, che con le dovute proporzioni qualitative influenza questi Zwartplaag in maniera massiva, riempiendo la loro musica di melodie grezze e sinistre, e di parti più minimali, che si esaltano alla grande nelle belle “Countess of blood” e “Nachtkwaad”.
Il problema, però, si evince proseguendo l’ascolto di quest’album: la monotonia. “Haatstorm” non è un disco brutto, ma presenta veramente 8 brani estremamente omogenei, che sciorinano riffs su riffs, colate di blast beats, ma poche concessioni ad altro. Pochi cambi di tempo rilevanti, quasi mai rallentamenti, mai un cambio di stile dei riffs che non siano i consueti riffs a corda aperta. E contando che i brani sono tutti lunghi (6 minuti e 1 secondo il più corto), si può notare come il disco sia bello nei contenuti, ma un po’ allungato nei risultati, un po’ prolisso, con una maturazione che va effettuata ancora completamente, e una maggiore diversificazione dei brani non a livello di riffs ma a livello di idee e struttura dei brani.
La qualità delle composizioni, tuttavia, riesce a sopperire in parte a questo difetto, proponendo dei riff di chitarra che almeno sono sempre a tiro e che marchiano a fuoco brani altrettanto eccellenti come quelli succitati come “Imperial Death March” e la title track. Insomma: un disco abbastanza di nicchia e non adatto a ridefinire i limiti del genere quanto a confermarne i pregi. Poco consigliabile se volete una nuova band che picchia con originalità e cervello, ma degno di un ascolto nella fitta schiera dei cd black metal underground. Fosse un cibo, questo disco sarebbe paragonabile al vostro piatto di minestra preferito e che vi piace ancora mangiare, solo un po’ allungato. Un buon cd, magari sfrondabile e migliorabile ma nondimeno piacevole.

Track by Track
  1. Intro 60
  2. Forgotten Tower of the Moon 70
  3. Countess of Blood 75
  4. Nachtkwaad 75
  5. Last Stronghold of Eternal Hate 70
  6. Imperial Death March 75
  7. Winds of Desecration and Lust 65
  8. Den Plaag Geleden 65
  9. Haatstorm 75
  10. Outro 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
68

 

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