Tulsadoom «Barbarian Steel» (2012)

Tulsadoom «Barbarian Steel» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Gods Hammer »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
971

 

Band:
Tulsadoom
[MetalWave] Invia una email a Tulsadoom [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Tulsadoom [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Tulsadoom

 

Titolo:
Barbarian Steel

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
King Totolva - Vocals
Virgin Penetrator - Guitars
Mandamus Dusk - Guitars
Rick Thunder - Bass
Doktharr Radiovodnik - Drums

 

Genere:

 

Durata:
49' 1"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Bonebreaking Barbarian Metal? Si può! Provenienti da Vienna, i cinque barbarissimi Tulsadoom emergono con il loro debut album Barbarian Steel, titolo che può facilmente indirizzare verso lidi quali l'epic metal ottantiano...e che invece si rivela una (quasi) falsa pista. Più che Manowar e dintorni (nonostante il piglio delle lyrics sia proprio lo stesso, magari estremizzato, che ha portato alla ribalta il combo newyorkese) i cinque barbari viennesi ci danno dentro a suon di Venom, Motorhead, Accept, Omen, volendo un po' di Saxon, inseriscono qualche richiamo Black Metal nelle improvvise partenze in blast-beat e nei riff meno inquadrati, e spruzzano un po' di German-school Thrash Metal a condire il tutto. Quindi epicità sì, ma a ritmi piuttosto sostenuti, con la voce roca e possente di King Totolva (purtroppo davvero monocorde, e alla lunga il punto debole del disco) a narrarci di battaglie, bevute e amenità varie di un immaginario Sword&Sorcery ridotto un po' all'osso: meno epos per dare più visibilità al lato divertente di essere un barbaro, quindi. E di divertimento sembra essercene: titoli come Barbarian Beer Attack, Attack (seguita ovviamente da Fuck) the God of the Four Winds e le Howard-inspired The Glory Of Thulsa Doom e Tulsaride non lasciano spazio a dubbi sulle tematiche affrontate, e come potrebbero mancare Virgin Penetrator e Barbarian Bitchfuck, dai testi che strapperebbero più di un sorriso al vecchio Eric Adams di Warlord e Pleasure Slave. Strumentalmente il combo viennese non se la cava affatto male, e nonostante la formula di brano in brano sostanzialmente non cambi, riesce abbastanza brillantemente a variare sul tema. Nota di merito a Doktharr dietro le pelli, che svolge il suo lavoro in maniera dinamica e precisa, assumendo spesso il compito di dettare l'andamento dei brani, leggermente sofferenti di un guitarwork un po' statico. A spezzare l'assalto metallico intervengono brevi pezzi orchestrali integrati nelle canzoni, come le intro di The Hammer of Thorgrim e Attack the God..., oppure a sé stanti, come the Gateway, ma in ogni caso volti a ricreare un'aura di epicità che rimanda al lavoro dell'osannato Basil Poledouris, autore della celeberrima soundtrack di Conan the Barbarian. Insomma, un platter divertente, energico, abile nel saper mescolare diverse influenze e darsi comunque un taglio abbastanza personale, e che gode di una produzione certo non eccelsa (si parla pur sempre di un debut album) ma ottantiana al punto giusto da saper scatenare l'headbanging dei defender europei. Hail Tulsadoom!

Track by Track
  1. The Glory of Thulsa Doom 75
  2. Attack the God of the Four Winds 65
  3. Fuck the God of the Four Winds 70
  4. Doomrider Madness 75
  5. Barbarian Beer Attack 65
  6. The Hammer Of Thorgrim 75
  7. Barbarian Bitchfuck 75
  8. Virgin Penetrator 65
  9. Tulsaride 70
  10. The Gateway 70
  11. Enter the Snakecult 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Gods Hammer » pubblicata il --. Articolo letto 971 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti