Divine Codex «The Dark Descent» (2011)

Divine Codex «The Dark Descent» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
804

 

Band:
Divine Codex
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Titolo:
The Dark Descent

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Atum :: Drums, Keyboards
Guh Lu :: Guitars, Bass, Vocals

 

Genere:

 

Durata:
51' 37"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Un cd davvero tesissimo, ostinato e martellante. Questo è “The dark descent”, secondo full length dei Divine Codex, duo formato da un membro veneto e un membro romano con dei curriculum musicali davvero invidiabili: si pensi che questi due ragazzi hanno suonato entrambi come turnisti per i Setherial e anche gli Impiety!
Tutta questa carriera musicale si sente nel cd: “The dark descent” è un cd di black metal caratterizzato da standard tecnici altissimi, che va molto veloce per buona parte dei 51 minuti che compongono questo disco, e che però è ben lungi dalla cruda aggressività old school degli Impiety, e poco ha anche a che fare con i Setherial: i binari compositivi dei DC appartengono a quel black metal asettico, atmosferico pur se veloce e dotato di una clinica freddezza che lo ammanta completamente dalle scelte di arrangiamento fino alla qualità sonora (talmente pulita da essere molto senza feeling, dare un senso di sterile freddezza e suonare poco umana), sulla scia di gruppi come gli ultimi Mayhem, ma anche Otargos, Arkhon Infaustus di metà carriera, Dodheimsgard e anche qualcosa dei Limbonic Art per questo debole per le atmosfere spaziali proposte in questo disco.
E il disco è così, senza compromessi e con pochissimi fronzoli. Spesso veloce ed estremamente compatto, concedente quasi nulla alla melodia, poco ai mid tempo, che comunque quando ci sono fanno il proprio lavoro, e un po’ di più a passaggi più incisivi; poggia tutto su queste caratteristiche e il resto è ridotto all’osso. Chiaro che dunque questo cd non è per tutti, ma se siete dentro a questo genere allora avete di che leccarvi i baffi, e vi troverete ad amare una abbastanza variegata “Through dying dimensions”, perfettamente a proprio agio tra parti furiose e veloci ad altre pur sempre veloci ma maggiormente da pogata, oltre alla bella “The last sacrifice”, dotata di un riff molto decadente e maligno e con un ottimo rallentamento breve a metà canzone, per non parlare del feeling malsano, oscuro e minaccioso di “Outer source of reality”.
Insomma: un monolite. Un cd unidirezionale e omogeneo, ma nondimeno riuscito, e che a parte alcuni equilibri un po’ più sfocati alla parte finale dell’album, si manifesta come ben riuscito a livello internazionale, che propone uno stile di black metal un po’ raro da sentire in europa e poco comune in italia, migliore anche dell’ultimo cd degli Otargos (che a parte “Cloning the divine” non lo reputo niente di che), e anche delle ultime cose dei Setherial. Niente male come obiettivo, vero?
Ci sono sempre poi i soliti difetti, come la già detta poca flessibilità della musica, uno stile non per tutti i fans del metal estremo in quanto troppo unidirezionale e non molto dinamico, e una copertina forse niente di speciale, ma se i gruppi succitati vi piacciono, allora questo cd è da comprare a scatola chiusa. Promosso per capacità, personalità del sound, freschezza delle composizioni e aggressività. Davvero ben fatto.

Track by Track
  1. Intro 70
  2. Supreme Catharsis Synthesized 80
  3. Domain of the fallen 70
  4. Through dying dimensions 85
  5. Outer source of reality 85
  6. The last sacrifice 80
  7. Decrepitude enigma 75
  8. Psycho maze vortex 75
  9. The continuum device 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
78

 

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