AA.VV. «A Place In Hell - Chapter 2» (2005)

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Bloodflower »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1113

 

Band:
AA.VV.
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Titolo:
A Place In Hell - Chapter 2

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
-

 

Genere:

 

Durata:
1h 16' 6"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

La Nerostorm Promotion propone la seconda saga di “A Place in Hell”, una compilation molto interessante che rispecchia l’underground italiano della musica metal. Inoltre ad arricchire questa raccolta sono stati inseriti altri 3 gruppi stranieri, ampliando così ulteriormente lo scenario della cultura musicale estrema.
La compilation viene aperto da “Infinite”, un pezzo puramente strumentale elettronico creato dal gruppo Ad-astra. Come già si intuisce dal titolo, i suoni lunghi e senza fine, accompagnati dal rumore della pioggia che apre e chiude il pezzo, plasmano un sound sicuramente molto adatto come intro; quindi un ottima scelta per questa raccolta.
I torinesi Mind Snare, storica band death metal torinese attiva dal 1989 e freschi del loro ultimo full length “From blood to dust”, mettono subito le cose in chiaro; il loro brano “blood and dust” va subito al sodo, offrendo un sound death brutal potente, diretto e chiaro! Ottimi i cambi di tempo che caratterizzano la struttura della canzone, come anche il riuscitissimo ritornello che trasmette quella tipica violenza death brutal! Semplicemente un pezzo classico ma concreto!
“Cyberhuman” dei Delirium X Tremens è un esplosione di death metal che mi ha particolarmente colpito! Ottima la parte ritmica di tutto il pezzo, vero punto forte del brano, che porta in evidenza le qualità compositive e tecniche di questi ragazzi della provincia di Belluno. Notevole anche la registrazione che mette in rilievo e in maniera non invasiva il basso, mentre la voce, potente e senza pecche, rimane purtroppo sempre un po’ piatta. Un ultimo consiglio, anche se non c’entra niente con il brano in questione; modificate il look della vostra pagina internet…non è in sintonia con la vostra immagine.
Come una malattia contagiosa che vi entra dentro nel profondo, i padovani Esoph propongono “Faith Defeat” dal loro ultimo lavoro “Opus Dementiae”. Un sound gothic metal con influenze industrial/electro molto elaborato e maturo caratterizza un brano volutamente paranoico, viscido ma corposa nello stesso tempo. Suoni elaborati e ricercati vengono accompagnati da un sezione ritmica trascinante, mentre il cantato rispecchia una doppia personalità, ossia un continuo alternarsi tra cantati sofferenti e morbosi, tipo M. Manson, e esecuzioni vocali in stile thrash-death.
Un pezzo sicuramente molto maturo che rispecchia una volontà compositiva molto eterogenea.
Si cambia genere: con “Understand the black” i Stigmhate propongono un black metal classico, puro e senza compromessi. I riff, soprattutto nella parte centrale della canzone, rispecchiano una ricerca compositiva molto accurata ma non troppo complessa, creando così un atmosfera molto piacevole all’ascolto; un sound che ricorda i vecchi Satyricon. Inoltre e da apprezzare la qualità della registrazione, a dir poco perfetta, che rende il brano molto valido nella scena black Italiana.
Se prima ho apprezzato le qualità di registrazione, non posso dire altrettanto per “Never ending Winter” dei greci Kinetic. Per carità, non posso affermare che la registrazione sia pessima, ma purtroppo quando si passa da un sound eccellente la differenza si nota molto, sopratutto nelle qualità dinamiche del basso, che nelle band greca risulta troppo sporco e smorzato. Il brano in questione riprende le tipiche sonorità stile Pantera , ma con qualche spunto di black e death metal; il tutto viene colorito con un assolo in stile primissimi Metallica, che forse avrei preferito che non ci fosse stato. Personalmente ritengo “Never ending Winter” un brano discreto e abbastanza potente e grintoso, ma che rispecchia una band ancora poco definita e matura.
Introducendo il brano con un intro inquietante, i romani Ars Macabra danno vita ad un black metal oscuro, ipnotico e malvagio; “Psycho Apocalypse” colpisce subito all’inizio per la registrazione di svariati cantati sovrapposti in alcune parti della song, che creano così un’atmosfera a dir poco apocalittica! Pezzo molto trascinante e curato, questa band romana propone un sound molto maturo e ricco di originalità! Peccato solo per la drum machine che rende il tutto un po’ più artificiale, ma che non mette in dubbio le potenzialità di questi ragazzi.
Cambia decisamente genere: suoni di chitarre, flauti, tamburi e altro ancora coloriscono la musica dei triestini Aisling, una deliziosa poesia folk/epic che ci porta indietro a mondi lontani e ere primordiali. “Laoidhan Fogharach Na Dubhachas Agus T-Aisling Agam” non ha bisogno di descrizioni, ma va semplicemente ascoltato per poter contemplare la sua bellezza.
Gli spagnoli Alma Mater, con il loro pezzo “Wicked Illness”, propongono un death metal melodico, abbastanza ritmato e potente; un atmosfera ben modellata anche grazie ai numerosi tappeti di tastiera. Un pezzo tutto sommato interessante, ma che non colpisce più di tanto; quindi attendiamo gli Alma Mater con traguardi più ambiziosi…
Dopo un arpeggiato malinconico di chitarra che termina con un coro, i Blu infinito danno spazio alla loro musica black-progressive caratterizzata da chitarre veloci e precise, un drumming molto personale soprattutto in certi tempi e una cantato molto valido soprattutto nei puliti, dove raggiunge uno spessore molto piacevole. Più che black progressive questi ragazzi sardi con il loro pezzo “Cause the rain” propongono un intreccio di death melodico di stampo svedese con musica folk mediterranea, quindi un accostamento tra sonorità nordiche e poesie musicali calde, a mio avviso molto ben riuscito.
Con sonorità che riprendono principalmente i Lacuna Coil, ma senza assolutamente imitarli, i Seven Dark Eyes tirano fuori un metal progressive-gothic molto ben concepito, cristallino e potente al punto giusto. Questa giovane band, come testimonia il loro brano in questione “Golden Flowers”, ha tutte le potenzialità per emergere e diventare un punto di riferimento in questo genere; ottime le linee melodiche di Chiara, mentre, ma è un discorso molto soggettivo che rispecchia unicamente i miei gusti musicali, avrei preferito un assolo di chitarra più pesante e effettato.
Dopo le armonie di “Golden Flowers”, il nostro viaggio musicale continua nel mondo cupo e oscuro dei Proclivity Gloom, i quali con la loro “Black universe” danno vita ad una sorta di ballata lunga e introversa che spazia tra sonorità anni settanta, tipo Yes, e black metal odierno. Con l’aggiunta di pianoforte, organo, voci femminili e cantati brutal-black, i P.Gloom creano questo suggestivo e interessante brano, dall’ascolto non proprio immediato ma che trasmette in chiave moderna quelle immagini sonore dei primi anni 70.
Grazie ad una bella e genuina dose di violenza i Sakahiter ci riportano nella realtà della musica estrema; un incontaminato, puro e infuocato black metal! “Triumph of Decadence” esprime una rabbia incontrollata, impietosa e perfettamente espressa dalle chitarre; il tutto viene ottimamente supportato con uno screaming in sintonia con le armonie e l’atmosfera del pezzo. Solo la registrazione della batteria non mi ha pienamente convinto: troppo pastoso, sopratutto il rullante.
Per il resto, un altro ottimo pezzo che rende onore alla scena black metal italiana.
Un potente riff di chitarra apre “Hate Line” dei veneziani Chronic Hate; ecco qua, una bella dose di brutal death metal compatta e sostanziosa, ossia l’ideale per svegliarsi e iniziare la giornata in maniera energica! Molto ben riuscite a mio avviso le ritmiche centrali del pezzo,molto simili ad alcune song dei mitici Sepultura (quelli vecchi!), e anche il cantato death merita una nota decisamente positiva. Unico neo, secondo me, è una distorsione delle chitarre un po’ troppo sporca e indefinita.
Sarebbe bello poter dire “ed ecco l’ultimo brano che conclude in bellezza la suddetta compilation….”, ma purtroppo non è proprio possibile! Anzi mi chiedo il perché dell’inserimento di questo brano in un contesto così raffinato e pieno di ottima musica metal!
Un accozzaglia di riff hardcore accompagnati da una voce stridula caratterizza la .. ehm.. canzone “Cruel System” dei Dogma-Inc. ; non c’è spessore negli strumenti, la batteria è decisamente indecisa e persino l’assolo di chitarra risulta decisamente banale. Il mio disappunto non è rivolto alla band, la quale comunque sta ottenendo un discreto successo nel suo paese di origine, la Slovacchia , ma alla scelta di inserire un pezzo che veramente non c’entra a niente con gli altri 14.
Forse è stato fatto per aggiungere un pizzico di ironia? O forse esagero Io?
Fate voi… Io la mia l’ho detta!

Track by Track
  1. AD ASTRA - Infinite 80
  2. MINDSNARE - Blood and Dust 80
  3. DELIRIUM X TREMENS - Cyberhuman 78
  4. ENSOPH - Faith Defeath 90
  5. STIGMHATE - Understand The Black 85
  6. KINETIC - Never Ending Winter 60
  7. ARS MACABRA - Psycho Apocalypse 80
  8. AISLING - Laoidhan Fogharach Na Dubhachas 85
  9. ALMA MATER - Wicked Illness 70
  10. BLU INFINITO - Cause The Rain 85
  11. SEVEN DARK EYES - Golden Flowers 80
  12. PROCLIVITY GLOOM - Black Universe 75
  13. SAKAHITER - Triumph of Decadence 80
  14. CHRONIC HATE - Hate Line 78
  15. DOGMA INC. - Cruel System 40
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
76

 

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