Darkside Of Innocence «Xenogenesis » (2012)

Darkside Of Innocence «Xenogenesis» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
773

 

Band:
Darkside Of Innocence
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Titolo:
Xenogenesis

 

Nazione:
Portogallo

 

Formazione:
Pedro Remiz :: Vocals, Guitars, Bass, Keyboards

 

Genere:

 

Durata:
26' 44"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I portoghesi Darkside Of Innocence hanno visto la luce nel 2005 e fino a tre anni fa, con l’uscita del precedente “Infernum Liberus Est” il progetto contava, nel suo organico, ben sei membri quindi poteva essere considerata una band mediamente numerosa.
Passano gli anni e accadono molte cose tra cui la pubblicazione di un singolo e di un EP, entrambi nel 2011 poi da sei persone che erano il master-mind Pedro Remiz ha deciso di fare dei DOI una one-man-band in cui l’unico rappresentante è soltanto la sua persona, per giunta alle prese con tutto ciò che comporta una composizione di un intero album, liriche etc.
Cosa ne è uscito fuori? Un prodotto che non sbaglierei se lo definissi “assolutamente inconcludente e fuorviante”. Le ragioni sono semplici ma non per questo meno importanti: innanzitutto la proposta in sé per sé potrebbe apparire inizialmente come un AvantGarde Black Metal oppure, per coloro che hanno piacere di catalogare ogni onda sonora, potrei azzardare un Symphonic Black/Gothic Metal ma la verità è che dentro “Xenogenesis” c’è tutto…e niente.
Si fondono talmente tante influenze come il Progressive, il Black a forti dosi, il Gothic, la sperimentazione più folle e vuota che abbia mai sentito, continue visioni depressive e “suicidal” della musica in generale, intro ed outro che a mio parere non hanno alcun senso se non quello di essere inserite lì tanto per riempire.
C’è talmente troppo materiale per essere mescolato in nemmeno mezzora di durata del disco e il rischio (purtroppo avvalorato dal fatto che i suoni non sono nemmeno processati e prodotti in modo convincente) è che l’ascoltatore non riesca assolutamente ad avvicinarsi a composizioni così articolate e delle quali l’unico pensiero che salta in mente –per lo meno al sottoscritto - è quello di trovarsi dinnanzi ad un appiccicaticcio informe di idee variegate sì ma senza alcun senso apparente e dalla costruzione di melodie nemmeno così originali come si possa credere.
Mi sta bene la sperimentazione ma era proprio necessario trasformare una band di sei persone in una one-man-band che propone musica dal gusto discutibile e dallo spessore pari allo zero? Non era più semplice pensare ad un side-project?! Parliamone.

Track by Track
  1. Lux 30
  2. Airian 45
  3. Dulcifer Tragoedia 50
  4. Nox Omega 55
  5. Eros 55
  6. Thanatos 45
  7. Ego 50
  8. D'eus 30
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 50
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
49

 

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