Veér «The Measure Of Waste» (2012)

Veér «The Measure Of Waste» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
827

 

Band:
Veér
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Titolo:
The Measure Of Waste

 

Nazione:
Ungheria

 

Formazione:
ádám Major :: Bass
Knot :: Drums
M. :: Guitars
Paga :: Guitars
Jim Jones :: Vocals

 

Genere:

 

Durata:
35' 46"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Arrivano al debutto sotto questo nome (ma erano già attivi attraverso altri gruppi precedenti) i blacksters ungheresi Veér, che ci propongono in questo “The measure of Waste” 9 tracce più outro per poco meno di 36 minuti di musica di un black metal grezzo e poco tecnico, non depressive ma comunque poco veloce, che preferisce un andamento medio lento e dai moods cupi e sinistri, non troppo distante da certi Judas Iscariot e IXXI.
Nonostante un artwork abbastanza pacchiano e un logo della band abbastanza brutto (sembra disegnato al paint in 5 minuti), la qualità ci sta abbastanza: non si tratta di un disco che farà uscire di testa chi cerca un nuovo nome da seguire nell’underground black metal, ma si tratta comunque di una prova su lunga distanza soddisfacente, globalmente con qualche pregio e alcuni difetti non gravi. Nella fattispecie, i pregi sono costituiti da una manciata di canzoni ben riuscite, come ad esempio la buona e convincente “Praised be the roach”, oppure “Revelation”, il brano più doom di tutta la tracklist e la terza “…all these things will end”, mentre i difetti sono costituiti da un songwriting un po’ troppo conservatore e che osa troppo poco a volte, facendo in modo che i brani siano belli se presi singolarmente, ma che il disco in sé sia un po’ troppo omogeneo e da questo punto di vista migliorabile. Certo, c’è un assolo alla fine “This spring is the last” ma sa di dozzinale, e per il resto canzoni tipo “We’ve lost the light” sanno di troppo breve e di terminato alla meno peggio. Questo fa sì che il cd non sia male, ma che sia caratterizzato dall’essere un po’ troppo omogeneo di songwriting e anche un po’ troppo di nicchia e poco personale per piacere davvero ad una audience che non sia solo quella maniacalmente collezionista di ogni cosa black metal.
Insomma: un disco con dei picchi e delle imperfezioni. Essendo questo un debutto di ragazzi che avevano già suonato con altre bands, possiamo anche capire che questo nuovo gruppo deve migliorare un po’ la propria personalità musicale. L’importante è che questo disco è riuscito. Tutto bene, ma occorre limare le imperfezioni per la prossima release.

Track by Track
  1. We’ve lost in light 55
  2. Pull the trigger 65
  3. …All these things will end 70
  4. Novaya Zemlya 65
  5. Obsessed in peace of mine 65
  6. Praised be the roach 75
  7. Flesh dominates 70
  8. Revelation 75
  9. This spring is the last 70
  10. Outro 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
67

 

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