Blutmond «The Revolution is Dead!» (2012)

Blutmond «The Revolution Is Dead!» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
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1761

 

Band:
Blutmond
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Titolo:
The Revolution is Dead!

 

Nazione:
Svizzera

 

Formazione:
Freitod :: Bass, Vocals
Unhold :: Drums
Marlon :: Guitars
John :: Guitars, Vocals
Marc :: Saxophone, Effects

 

Genere:

 

Durata:
1h 1' 44"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ritornano gli svizzeri Blutmond, una band che ha fatto ben parlare di sé sia col proprio precedente ottimo album (recensito su questa webzine), sia per la cospicua quantità di date live promozionali ad esso associate, e il ritorno di questa band avviene in maniera scioccante, con questo "The revolution is dead!", con una copertina azzeccata e che si presta a varie interpretazioni, con un pdf di presentazione fanno tipo giornale quotidiano, e con 12 tracce in quasi 62 minuti di musica dove i Blutmond esagerano con le influenze avantgarde che hanno sempre contraddistinto questo gruppo, vanno oltre le definizioni musicali e si distaccano dal pur flebile legame con il black metal (seppur variamente contaminato) delle precedenti release abbracciando invece lidi più genericamente extreme metal, a volte sfociante in certo gothic metal (come in "Regret") e con partiture di sassofono nella loro musica.
Il risultato è camaleontico, pieno di note e variegato, che si evidenzia nella prima maestosa e potente "Puttin heart together", nella incatalogabile coppia "Pas de deux" e "Absolution lies in evolution" inframezzate dalla splendida "Stop the rain, neuzeit jesus" e nella coppia finale "If I could reach the stars" e "21st century prophets", la cui descrizione critica è pressoché impossibile a causa delle notevoli influenze apportate in questo disco, ma i cui migliori episodi sono dettati appunto dalla soffusa "Regret", dotata di un intervento di sax molto spiazzante, la molto ben congegnata "Stop the rain, neuzeit jesus" che riesce nell’ardua impresa di legare perfettamente parti struggenti ad altre calme ad altre ancora veloci e tipicamente black metal pur non risultando mai astrusa o scollata, e la gradevole e romantica "If I could reach the sky". Tutto questo conferma ancora i Blutmond come una tra le bands dal sound più peculiare e personale mai sentita recentemente.
Tuttavia, credo che questo TRID rispetto al disco precedente sia leggermente inferiore. Per un motivo molto semplice: unidirezionalità. Sembra assurdo che un disco talmente pieno di note, influenze esterne (tra cui pure voci femminili) etc possa patire questo difetto, ma in realtà è così. A piccole dosi l’album è superiore rispetto al precedente, ma complessivamente insiste troppo sulle stesse tematiche (complice anche forse una qualità sonora con la batteria troppo in primo piano rispetto alle chitarre), insiste molto, forse troppo, sui botta e risposta tra parti metal e parti più orecchiabili e melodiche e per quanto questa soluzione sia azzeccata, forse è anche portata un po’ troppo avanti da sola nell'intero album.
Insomma: non sarà come il precedente, ma è comunque molto bello, ben fatto, strutturato e composto. Consigliato a tutti gli amanti del metal sperimentale. Avanti così Blutmond!

Track by Track
  1. Putting heart together 75
  2. Regret 85
  3. Pas de deux 75
  4. Stop the rain, neuzeit jesus 85
  5. Absolution lies in evolution 75
  6. Moonlight Chair (TM) 70
  7. BreakDown 2012 75
  8. Birds of Prey 75
  9. One World - One Feature 75
  10. Attention whore! (Lost in bliss) 70
  11. If I could reach the stars... 85
  12. 21st Century Prophets 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
75

 

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