Kroh «Kroh» (2011)

Kroh «Kroh» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
824

 

Band:
Kroh
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Titolo:
Kroh

 

Nazione:
U.k.

 

Formazione:
Francis Anthony :: Vocals
Paul Kenney :: Instruments

 

Genere:

 

Durata:
36' 5"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Dell’omonimo e primo studio album della particolare formazione inglese dei Kroh va detto innanzitutto che è formato da due musicisti di prim’ordine quali il singer Francis Anthony (The Sickening, Tumor e Shebrew) e il polistrumentista Paul Kenney (Dethroned, Mistress, Anaal Nathrakh e altri) ma non dovrete pensare che “Kroh” sia un disco di metal estremo che vi inonderà di violenza per quasi quaranta minuti, tutt’altra cosa invece hanno in programma i due loschi figuri che stanno alla base di questo side project.
Niente estremo quindi ma qualcosa che forse potrebbe far storcere il muso a molti e stuzzicarne altrettanti: Stoner applicato al Nu-Metal, con il risultato di un crossover acido, pesante, dai suoni perennemente distorti e dalla qualità audio appropriata per l’occasione.
Nulla che ricordi Queens Of The Stone Age o anche vagamente I Kyuss e roba simile ma invece un tentativo (purtroppo riuscito in parte) di coniugare elementi appartenenti a due generi tutto sommato lontani.
“Kroh” è un disco senza infamia né lode, non toglie nulla ma nemmeno riesce ad aggiungere molto altro a ciò che conoscete pur avendo tutte le carte in regola; capitano episodi come la traccia di chiusura “Fruits And Wine” che non sono né carne né pesce ovvero brani che non si sbilanciano particolarmente ma che mostrano dei limiti tecnici ancora non indifferenti.
Compaiono però anche exploit di un certo spessore come “Luciphoria” (la perla del disco) più tendente allo stoner che ad altro ma che ci mostra una band che sa comporre brani convincenti nonostante tutto, anche la successiva catchy “Inside” regala momenti piacevoli così come l’oscura e ragionata “How I Wish That i Could Know”, esposta quasi come fosse un interludio.
Nulla per esaltarsi quindi ma nemmeno per restare indifferenti. Probabilmente con release future le carte in gioco cambieranno e verranno mostrati dei pezzi più maturi. Di certo, genere a parte, visti i nomi del side project mi sarei aspettato un po’ di più anche a numero di tracce o durata e quanto a qualità ma non me la sognerei di bocciare tutto ciò. Disco più che sufficiente.

Track by Track
  1. The Plant We Seeded 60
  2. Heaving Earth 60
  3. Stone Into Flesh 65
  4. These Butterflies 60
  5. Luciphoria 75
  6. Inside 70
  7. How I Wish That i Could Know 70
  8. Fruits And Wine 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
65

 

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