Bloodbound «In The Name Of Metal» (2012)

Bloodbound «In The Name Of Metal» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Elbereth »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1584

 

Band:
Bloodbound
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Titolo:
In The Name Of Metal

 

Nazione:
Svezia

 

Formazione:
Patrik Johansson - Lead Vocals
Tomas Olsson - Lead And Rhythm Guitars
Fredrik Bergh - Keyboards And B/v
Henrik Olsson - Rhythm Guitars
Pelle åkerlind - Drums And Percussion
Anders Broman - Bass

 

Genere:

 

Durata:
45' 42"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Bloodbound, sestetto svedese alla quinta fatica, sembra fregarsene alla grande delle attuali e sempre più frequenti diatribe della critica musicale riguardo l'originalità delle composizioni odierne: con “In the Name of Metal” ci presenta undici tracce (più una bonus track) palesemente ispirate al sound anni '80, creando un mix di elementi presi in prestito senza remore a Helloween, Manowar, Accept, Queensryche, Hammerfall, Motley Crue, Maiden e perfino ai primissimi Bon Jovi (oso ipotizzare che probabilmente proprio la consapevolezza di queste innumerevoli e marcate influenze ha ispirato il titolo dell’album).
Ottima produzione e inappuntabile tecnica strumentale creano aspettative che non vengono soddisfatte dalla bassa qualità delle idee proposte: liriche senza pretese e brani con un’architettura approssimativa, un minestrone dei più classici clichè heavy metal che risulterà insipido a palati un pò più attempati, abituati ai capostipiti del genere, ma che potrebbe risultare interessante a chi negli anni ‘80 non era ancora nato.
Nonostante ciò, la voce di Johansson è pura potenza e su di essa vertono gran parte dei brani, il lavoro di chitarre degli "Olsson Brothers" è notevole, così come gli assoli di basso di Broman e la ritmica incessante di Akerlind.
È un disco che non aggiunge niente di nuovo allo scenario dell’heavy/power metal odierno ma che si lascia ascoltare; meno banali risultano "Bonebreaker" e "Black Devil”, per un headbanging spensierato, “I’m Evil" e soprattutto "When Demons Collide", forse l’unica buona prova proposta dai sei vichinghi in questo lavoro.
Nel complesso “In the Name of Metal”, tralasciando i dejà-vu (da cui difficilmente i più potranno sottrarsi), è un album vivace, con melodie accessibili e ben suonato a cui darei una seconda possibilità, rimandando ai gusti personali di ogni ascoltatore un giudizio definitivo.

Track by Track
  1. In the Name of Metal 55
  2. When Demons Collide 70
  3. Bonebreaker 65
  4. Metalheads Unite 55
  5. Son of Babylon 65
  6. Mr. Darkness 55
  7. I'm Evil 65
  8. Monstermind 55
  9. King of Fallen Grace 60
  10. Black Devil 65
  11. Bounded by Blood 55
  12. Book of the Dead 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 50
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
62

 

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