Panzerfaust «Vulvanera» (2012)
Panzerfaust
Titolo:
Vulvanera
Nazione:
Italia
Formazione:
Marchese Ferus :: All instruments
Genere:
Black Metal
Durata:
48' 49"
Formato:
CD
31.10.2012
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Il Grossetino Marchese Ferus, unico componente di questa one man band chiamata Panzerfaust, ritorna dopo il sinceramente orrendo EP “Rais” targato 2008 e ci propone questo primo full length chiamato “Vulvanera” che condensa quasi 49 minuti di musica in 10 canzoni più intro di un metal che nella prima metà è chiaramente più industrial che black, mentre nella seconda metà prevale il black sul genere industrial, salvo eccezioni sporadiche.
Ora, a parte la veste grafica davvero pessima e poco significativa (sinceramente, la so fare pure io), un titolo del disco orribile (“Vulvanera”...) e anche un nome della band piuttosto trito e banale, va detto che in breve la proposta musicale non è onestamente male anche se è ancora un’evoluzione non del tutto ancora compiuta e ancora ibrida. Il disco infatti inizia benino con una title track che punta tutto sulla furia di bands paragonabili a Funeris Nocturnum e Diabolicum, ma la seconda parte del brano non convince e anzi sembra quasi che ci sia un problema sugli arrangiamenti, oltre che per la qualità sonora. Proseguendo l’ascolto, l’entità Panzerfaust si rivela: mid tempo cattivi, rocciosi e d’impatto, più industrial che black, ma nondimeno riusciti anche se non del tutto perfetti, con “Regno nel dolore” a tiro e feroce anche se un po’ troppo lunga e con l’assolo evitabile, con “Malatiah” quasi per nulla black e addirittura remixabile in versione EBM, “Absentia Diaboli” anch’essa troppo lunga ma riuscita globalmente, fino alla acida, totalmente industrial (a scapito del nome) e monoriff “Black ‘n roll”, che fanno contrasto con la più tipicamente metal “In tormento” e “Umbra Mortis” per poi proseguire con “Alleluja”, “When the life is on fire” e “In october” che tornano su lidi industrial con risultati apprezzabili, con soprattutto queste ultime due a impressionare, essendo la prima assordante e ipnotica e l’ultima dotata di un loop di chitarra ipnotico e di una interessante voce sospirata.
Ciò che penalizza in parte la riuscita del cd è, come detto, la presenza di difetti che non sembrano manifestare una completa evoluzione musicale di Ferus. In primo luogo, ciò che penalizza di più questo “Vulvanera” è la qualità sonora. Non malaccio, ma la drum machine è troppo alta, non benissimo regolata in quanto a passaggi e arrangiamenti, ma soprattutto è la chitarra a non avere quel suono tagliente, pulitissimo e asettico stile Mayhem di “Grand declaration...” o stile Aborym che avrebbe reso alla grande in queste composizioni. Inoltre, i due stili compositivi qui proposti sono più proposti separatamente che fusi insieme, e nonostante le canzoni siano buone di per sé, la mancanza di unione tra queste rende il cd un po’ disorientante e confusionario. Non si tratta di difetti gravissimi, ma comunque i palati più esigenti potrebbero rimanere delusi da questo.
In conclusione: non un disco brutto, anzi le canzoni funzionano, ma per ora Ferus deve delineare bene la sua musica, e c’è ancora strada da fare e servono più sforzi se vuole migliorare ancora, per cui gli do un sei più di incoraggiamento, ma qualche difetto di personalità rimane ancora, tipo con la prossima release dobbiamo capire se Ferus vuole fare industrial metal, industrial black metal, più black che industrial, e che c’entrano coordinate sonore come quelle a velocità stellari proposte nella title track. Alla prossima, e da seguire per gli amanti dell’industrial black metal, contando che però non ci troviamo di fronte ai nuovi Mysticum o Aborym.
Track by Track
- Intro 60
- Vulvanera 65
- Regno nel dolore 70
- Malatiah 70
- Absentia diaboli 70
- In Tormento 80
- Black & roll 60
- Umbra Mortis 65
- Alleluja 65
- When the life is on fire 75
- Per ottobre 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 75
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Snarl » pubblicata il 29.01.2013. Articolo letto 1961 volte.
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