The Gardnerz «It All Fades» (2012)
Recensione
Anche stavolta parliamo di una band scandinava, di preciso proveniente dal sud della Svezia. Nati da appena 5 anni i The Gardnerz ci propongono un doom death moderno con questo EP "It All Fades". Giovati anche dal contratto discografico con la Abyss Records, ci si aspetta dunque un album interessante. Purtroppo non è proprio così, anzi ci troviamo parecchio spaesati con l'apertura di "Don't Look Back". Ritmiche secondo i miei modesti pareri, tra un death/thrash anni 80, quando ancora doveva nascere tutto. Una tonalità di voce che non convince, ne nelle parti più spinte che in quelle più tranquille ma che col doom metal c'entrano poco. Anche quei momenti in cui Niclas si diletta con il pulito risulta leggermente stonato e totalmente estraneo con la melodia. "A Horrible Disease" invece sembra prendere un'altra piega. Bellissime parti ritmiche tra chitarra distorta ed elettrica, si crea davvero un ottima atmosfera a mio dire ambient, solamente Niclas non riesce davvero ad amalgamare il tutto. Purtroppo il suo timbro vocale non è adatto in nessun momento, o almeno l'approccio che ha avuto in questo disco. Alla numero 3 troviamo invece un interessante sorpresa, la versione acustica di "Transilvanian Hunger" dei leggendari Darktrhone. Non solo viene reinterpretata in maniera davvero incredibile e suggestiva, con chitarre acustiche e basta, ma viene anche addirittura cantata da una donna. Purtroppo non sono riuscito a trovare nessuna info sulla cantante in questione, ma sappiate che questa cover non ha nulla a che vedere con l'originale, davvero emozionante. Tornando sul pianeta The Gardnerz, si procede con la title track, che poco cambia il sound fino ad ora proposto, ma solamente lo rende leggermente più death. Purtroppo devo dire che di quanto abbiano descritto nella loro bio, posso solamente accettare il fatto che nella loro musica ci sia qualche momento di doom, ma proprio a macchia di leopardo. Ma forse finalmente verso la fine trovano la loro strada, "Melatonin" esprime al meglio la loro visione di un genere a mio avviso tra i più belli dell'ambiente metal. Stavolta il growl pesante alla Nile di Niclas si inserisce perfettamente, ma lacuna sul pulito. Detto questo, atmosfere cupe e pesanti si scambiano con altre più melodiche e nordiche, riprendendo anche tipici giri di folk svedese. Ma comunque lenti e pieni di energia oscura. Chiude "Erasing Bad Specimen" che cade ancora su un tharsh/death old school, quindi nulla di nuovo da dire, purtroppo.
Che dire? è un po' un misto, non si capisce bene cosa vogliano proporci. Se death alla Carcass, o doom. Se un death/thrash anni 80 o una loro personale venatura dello stile. C'è molta, troppa confusione e le doti vocali di Niclas ripeto per l'ennesima volta, non si inseriscono a dovere sempre, il che è davvero un peccato perché rovina molta dell'atmosfera creatasi con la musica. Secondo me dovrebbero decidersi sul da farsi e prendere una decisione chiara. Questo EP mi lascia perplesso.
Track by Track
- Don't Look Back 65
- A Horrible Disease 65
- Transilvanian Hunger (Darkthrone Cover) 80
- It All Fades 60
- Melatonin 75
- Erasing Bad Specimen 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Karmator » pubblicata il 03.02.2013. Articolo letto 1028 volte.
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