The Black Heart Rebellion «Har Nevo» (2013)

The Black Heart Rebellion «Har Nevo» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Vincent »

Recensione Pubblicata il:
26.02.2013

Band:
The Black Heart Rebellion

Titolo:
Har Nevo

Nazione:
Belgio

Formazione:
Pieter Uyttenhove - Vocals & Percussion
Alex Maekelberg - Guitars, Vocals & Percussion
Emeriek Verhoye - Bass guitar
Valentijn Goethals - Guitars
Tim Bryon - Drums & Percussion
Tomas Lootens

Genere:
Post-Rock / Screamo / Shoegaze

Durata:
43' 15"

Formato:
CD

Data di Uscita:
15.02.2013

Etichetta:
Consouling Sounds

Distribuzione:
---

Agenzia di Promozione:
Infektion PR

Recensione

I TBHR arrivano da Ghent, Belgio, e già dalla prima traccia si capisce che non sarà sempre il solito cd...e meno male! Con questo sono al secondo lavoro anche se hanno avuto una intensa attività on the road alle spalle ed una buona distribuzione per Har Nevo che arriva fino al Giappone, paese nel quale hanno avuto la fortuna di fare un mini tour nel 2012. La prima traccia rivela un animo molto “ansioso” del cantante che sembra quasi stremato, sfiancato, con dei rumori iniziali in sottofondo a creare la tensione e scaldare l’attenzione dell’ascoltatore. Il genere non è molto ben definito...sul loro profilo facebook mettono punk/independent, ma non lo trovo molto azzeccato: è un miscuglio (non da intendere in senso negativo) di generi diversi, ovviamente non estremi, e di sonorità mistiche sfumate sapientemente con effetti di chitarra quali ad esempio delay e chorus. Ho apprezzato particolarmente “The Woods I Run From”, dal tratto doom, ed il fatto che i TBHR non tralasciano neppure le liriche: di chiaro riferimento biblico sanno accostarsi in maniera perfetta alle musiche che questi ragazzi compongono. Note e testi danno una buona carica all’ascoltatore. La componente che apprezzo di più è la batteria e la sezione ritmica dominata dalle percussioni: mi ricorda un po’ gli A Perfect Circle (magari di eMotive) o gruppi come gli Agalloch o My Dying Bride...lo so sono distanti tra loro ma queste percussioni che riempono il background delle chitarre distorte e dissonanti sono a mio avviso una bellissima trovata. Accanto agli strumenti canonici, si mescolano poi altri piccoli sfizi che la band si è tolta per rendere il tutto ancora più originale e poliedrico. Sono rimasto piacevolmente impressionato, finalmente qualcosa che esce dagli schemi dove chi osa lo fa in modo ragionato e consapevole riuscendo perfettamente ad unire le varie anime della musica. Un insieme di oscurità sonora e variabilità compositiva che sono certo li porterà a qualcosa di grande.