Anamnesi «Descending The Ruins Of Aura» (2012)
Recensione
La Naturmacht prods si conferma ancora una volta label di buon gusto che, dopo aver rilasciato alcuni ottimi lavori di Blaze of Sorrow e Nokturnal Misanthropy, assolda anche questa one man band da Oristano, Anamnesi, fautrice di un buon black metal dal feeling silvestre, tenebroso e maestoso, che si esplicita in questo “Descending the ruins of aura”, secondo album che propone 6 tracce più intro e cover conclusiva (che nella fattispecie è “Det som engang var” col titolo tradotto in italiano).
La riuscita di quest’album è tutta o quasi dovuta ad un semplice fattore: ispirazione in fase di songwriting. Ok, le canzoni potranno non essere niente di innovativo, e a volte la struttura simile delle composizioni (black con uno stacco ambient a metà canzone e ripresa) inficia un po’ la poliedricità dell’album, ma non importa: Anamnesi, unico componente di questa band, si dimostra molto a suo agio nelle parti depressive dell’opener “Litany of suffering and reaction”, ma soprattutto eccelle nelle parti black metal, quelle della grande “La quiete del silenzio” che mi ricorda “Metsa” dei Moonsorrow e soprattutto la splendida “Towards rebirth", dotata di una serie di riffs corali di sicuro effetto e di altre ottime trovate chitarristiche riconducibili ai primi Besatt. E i punti a favore non sono neanche finiti qui: Anamnesi mostra le sue capacità anche negli intermezzi come “Annega la coscienza”, un brano che mi ricorda per intensità e atmosfera gli intermezzi che gli Ecnephias mettevano in “Haereticus”, per non parlare della buona qualità sonora (anche se il pianoforte è uscito un po’ finto) e la gradevole veste grafica, classica ma di sicuro effetto.
In realtà questo cd non è perfetto nella sua realizzazione, e sebbene nessuno di questi difetti sia grave, a fine ascolto non si può non percepire che questa release, per quanto bella e ben fatta, resta pur sempre qualcosa di underground e a tale pubblico è destinata. Come detto, infatti, il cd mostra alcune pecche nella ridondanza dello stile musicale proposto, ad esempio l’intermezzo ambient come quello di “Towards rebirth" non era forse necessario, “Nocturnal Path” anche sembra un po’ non imprescindibile, mentre “julia Carta” per me sarebbe stata migliore se arrangiata in versione completamente lenta, per non parlare della cover finale, inopportuna, della copertina che come detto prima è di sicuro effetto ma classica e un po’ cliché, e della poca innovatività del sound. E ciononostante, posso tollerare ognuno di questi difetti per l’ispirazione nei momenti positivi di questo disco. Questo è uno di quei dischi dove il cuore e la passione del musicista sono quasi tangibili e proprio per questo possiamo tollerare alcune spigolosità del cd, che comunque si auspica vengano sanate in futuro. Per il momento, cari amanti del Black Metal, ve ne consiglio l’acquisto.
Track by Track
- First Descent 65
- Litany Of Suffering And Reaction 70
- La Quiete Del Silenzio 75
- Nocturnal Path 65
- Towards Rebirth 80
- Annega La Coscienza 75
- Julia Carta 65
- Ciò Che Una Volta Era (Burzum Tribute) 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl » pubblicata il 11.03.2013. Articolo letto 1794 volte.
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