I Lied «World Insane» (2013)
I Lied
Titolo:
World Insane
Nazione:
Finlandia
Formazione:
Ben Pakarinen - Vocals (Cavus, Coprolith, Antagonist Zero)
Joni Koivuniemi - Guitars (Silent Dream, ex-Revel in Flesh)
Jani Tamminen - Guitars (ex-Dienecia)
Joni Huovila - Drums (Silent Dream, ex-Dienecia)
Sami Varjola - Bass (ex-Profane Omen)
Genere:
Death / Thrash Metal
Durata:
19' 12"
Formato:
CD
Recensione
Una fucilata allo stomaco. La sensazione che trasmette la opening track "Beaten Zone" è più o meno questa, poco dopo aver premuto play ed ascoltato la battuta introduttiva di - Un Filmone Cazzuto Che Non Saprei Al Momento Ricollegare - parte un potentissimo muro sonoro strumentale che subito denota una padronanza tecnica dello strumento davvero notevole.Con l'ingresso della voce che si staglia rabbiosa in uno screaming ben articolato, inizia World Insane degli I Lied; un EP che dai primi 30 secondi di ascolto, è di una potenza davvero invidiabile.
Subito colpito dai suoni, ineccepibili, trovo che pure la scrittura delle parti e dei riff sia fatta da musicisti che sanno decisamente il fatto loro. Le influenze maggiori si possono trovare nel panorama thrash moderno- metalcore, sebbene ci si trovi davanti a qualcosa che, senza nulla togliere alla qualità del prodotto, non sorprende affatto. Scorrendo i seguenti brani ("Total Self Hatred", "This Shit Called Life") ci si rende conto che quelle malizie nell'esecuzione ma soprattutto nella potenza e la bellezza delle note a cui i grandi del genere ci viziano vengono a mancare. I riff sono buoni, sì, ma raramente talmente incisivi da rimanere in testa e stimolare un riascolto del brano, la sensazione generale è che la ripetizione del singolo riff, per quanto venga armonizzato e riproposto, vada a penalizzare il contenuto. I mid-tempo si alternano a ripartenze in velocità in maniera alquanto prevedibile. La gioia dell'headbanger è assicurata e posso immaginare che per un pubblico estraneo alla band, in una situazione live, gli I Lied possano risultare davvero piacevoli.
Un'altra pecca che si sente di meno nel primo brano ma poi si fa notare eccome è la "carenza di presenza" del basso (posso garantirvi che non me la sento di fare paragoni con And Justice For All...), le chitarre non si amalgamano affatto con le frequenze più basse ed il risultato è alle volte davvero pessimo, dando troppo risalto alle sei (o sette) corde che non hanno decisamente parti memorabili.
Scorrendo con l'ascolto se non fosse per "Lizard Dreams" che alza (anche se di poco) il tiro dell'EP, ci troveremmo davanti ad un brutto calo di tensione. Il cantato "malato" poco dopo la metà del brano è discutibile ( immaginate che stia dicendo "mamma m'hanno fregato la bicicletta", a quel punto funziona). Giunti al brano di chiusura che dà il nome al disco, ci si aspetta un "qualcosa in più", invece siamo sempre lì. Probabilmente il fatto che tre dei cinque brani siano stati perlopiù scritti nella stessa tonalità non giova affatto. Siamo di fronte ad un buon prodotto, se non fosse per la copertina bruttina e per il mix/mastering non impeccabili direi un Signor Prodotto, che però a contenuti lascia davvero TANTO a desiderare. Un uovo di pasqua vuoto. Preferisco di gran lunga ascoltare buone idee "confezionate" in maniera peggiore. Tuttavia, consigliatissimo a chi non ha pretese e si è consumato i timpani con Lamb Of God, As I Lie Dying et similia. Di certo non vi pentirete di apprezzare la prima traccia, a mio avviso davvero valida.
Track by Track
- Beaten Zone 85
- Total Self Hatred 55
- This Shit Called Life 55
- Lizard Dreams 70
- World Insane 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 35
- Originalità: 40
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
57Recensione di Mark David » pubblicata il 27.03.2013. Articolo letto 809 volte.
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