Divided Multitude «Feed On Your Misery» (2013)
Recensione
Sebbene qui in Italia il nome Divided Multitude non dica molto ai fan non eccessivamente sfegatati del Progressive Metal scandinavo, la formazione norvegese in questione - attiva fin dal 1995- è giunta ormai alla quinta release di larga scala e per di più in modo consecutivo.
Uno studio album dietro l’altro dal 2001 senza trovare pace e di certo ascoltando quest’ultimo loro lavoro, ‘Feed On Your Misery’ capiamo di trovarci di fronte ad una formazione unitissima i cui elementi sembra suonino continuamente in simbiosi formando una macchina ad alto voltaggio capace di comunicare con un Progressive Metal sporcato di Power e che guarda a tutte le modernità groovy che ormai la moda ha reso questo stile parte integrante dell’Heavy Metal contemporaneo e c’è ben poco da fare, il vecchio Prog Metal come lo conoscevamo ai tempi dei Symphony X e Dream Theater possiamo quasi scordarcelo o rintracciarlo esclusivamente in queste due band.
Beh poco importa, alla fine fine la musica si evolve e a tutti coloro che amano le modernità troveranno pane per il loro denti con la musica dei Divided Multitude che potrei definire i DGM norvegesi poiché di differenze stilistiche sostanziali si trovano soltanto nel cantato di Sindre Antonsen, estremamente cavernicolo e molto graffiante ma almeno nel gruppo nostrano di elementi per poterlo definire un minimo originale ne ho a bizzeffe anche se non è questa la sede per parlarne.
Tornando al disco, è presente una nota dolente che non mi fa apprezzare a pieno tutto il lavoro del gruppo scandinavo ed è il fatto che le atmosfere in fondo si somigliano un po’ tutte e in certi punti la voce di Antonsen, vuoi per gusti personali, non mi piace proprio come resa seppur non sbagli un colpo per tutta la durata del disco che ho trovato eccessiva e con una durata di minutaggio delle tracce davvero eccessiva, soprattutto per quel fastidioso catchy che aleggia qua e là dando l’idea di aver scritto mezzo disco a tavolino oppure di aver tappato qualche buco con dei riempitivi tutto sommato ordinari: “Crimson Sunset”, “Transparent” e “Scars” le avrei tolte senza pensarci due volte ed avrei così alleggerito un ascolto che diventa ben presto pesante.
Quindi cosa dire complessivamente di ‘Feed On Your Misery’? E’ quanto di più fruibile possiate trovare in una sorta di Progressive Metal modernissimo, sostanzialmente è suonato e prodotto in modo perfetto ma di sostanza ne ha ben poca. Non stroncabile per forza di cose ma lo consiglio solamente ai fan irriducibili della band.
Track by Track
- Esperanto 65
- Feed On Your Misery 70
- What I See 65
- Scars 55
- The World Is Watching 60
- Crimson Sunset 60
- 2 4 7 65
- Vicious by Heart 70
- Seconds 70
- Transparent 60
- Reborn 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
66Recensione di Carnival Creation » pubblicata il 14.04.2013. Articolo letto 1671 volte.
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