Chaos Invocation «Black Mirror Hours» (2013)
Recensione
Sebbene il nome mi avvesse spaventato all’inizio, non che generi paura, ma perché temevo che mi sarei trovato di fronte l’ennesimo gruppo brutal nel quale avrei dovuto spremere le mie meningi per capire anche una sola parola del testo...non è stato così! O meglio: non si può certo dire che la band in questione sia soft, ma riescono ad unire un’aggressiva voce scream ad un sound musicale ben strutturato. La loro biografia potrebbe essere l’abstract di un libro fantasy visto che ci descrive la storia come fosse una leggenda. Alle loro spalle, i componenti A. M. e T. (così si fanno chiamare) hanno già prodotto un full length album nel 2007 intitolato “In Bloodline with the Snake”. La voce a mio avviso potrebbe migliorare: a volte nell’urlo per sprigionare tutta la rabbia e potenza...eccede. Nel senso che sembra quasi stonare, non si unisce ottimamente al pezzo. Per quanto riguarda gli strumenti siamo di fronte ad una batteria martellante a cui si aggiunge una componente non indifferente che fa predominare la sezione ritmica e dove l’headbanging viene spontaneo. In alcuni tratti, come in “Beyond Coming” il ritmo è incalzante e aggressivo, anche se...mi accorgo solo ora che siamo solo alla terza traccia! Le tracce sono veramente lunghe, non che questo debba essere per forza un punto a sfavore, ma in questo caso mi ha fatto strano perché la band non varia molto il loro sound e quindi le performance non si elevano a qualcosa di più man mano che si procede nell’ascolto. Per questo storco il naso: i Chaos Invocation sono una band molto dotata, ma dovrebbero cercare (soprattutto avendo una produzione così fruttuosa dove le tracce sono in prevalenza di 6/7 minuti) di diversificare il sound sia tra le varie tracce e sia all’interno della stessa. A me come genere piace e trovo che siano molto più che dotati, ma cadono un po’ troppo nel ripetitivo e nel già sentito. Con “Hypertoxication” azzardano a qualcosa di diverso, ma poi la voce mi stona nuovamente. 68 minuti così sono forse eccessivi e potevano bypassare questo problema magari pubblicando le tracce in due dischi separati. Per carità, la mia è solo una considerazione e non una critica pesante. In ogni caso non mi hanno deluso, hanno buone potenzialità ma dovrebbero cercare di spingersi in qualcosa di più diversificando il loro sound. Per concluderla come hanno concluso loro la biografia: “The bells of the temple are ringing and should be heard in every corner of this planet”. Sono tutt’orecchi!
Track by Track
- Delirium Worship and Total Abandon 70
- The Mirror 70
- Beyond Coming 75
- The Beckoning Flames 65
- Hypertoxication 75
- Faces on my Spiritual Plane 65
- Lord of our Temple 70
- Funeral Messiah 70
- Towards the Boundless Horizon 65
- Walking in his City 65
- Into teh Living Darkness 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
69Recensione di Vincent » pubblicata il 17.04.2013. Articolo letto 1010 volte.
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