Batillus «Concrete Sustain» (2013)
Recensione
Sludge industrial doom tetro e cupo, trentacinque minuti di mid-tempo glaciale e pesante in cui lo screaming angosciato e angosciante di Fade Kainer si alterna a strazianti momenti strumentali pervasi di effetti industrial noise: Batillus, “Concrete Sustain”.
Tutto il marcio della Grande Mela è racchiuso nelle sei tracce dell’album, degno erede del precedente “Furnace”: il grigiore della metropoli devastata, l’ansia, l’inquietudine, i tormenti e le ossessioni che ne derivano confluiscono e prendono vita e voce nella musica dei doomster newyorkesi.
Il mood cresce lentamente e l’ascolto non è dei più fluidi, le strutture di fondo sono semplici ma inzuppate nello sludge più melmoso e sporco, qualche accenno black per spezzare ed arricchire la matrice industrial, le chitarre sature e rocciose si fondono al sound delle tastiere alienanti di “Mirrors” , tutto accompagnato da una drum machine meccanica e fredda.
Probabilmente la feconda realtà doom/sludge dell’underground americano è ancora un settore di nicchia in Italia ma per gli intenditori “Concrete Sustain” è assolutamente un album da ascoltare.
Track by Track
- Concrete 70
- Cast 65
- Beset 65
- Mirrors 75
- Rust 70
- Thorns 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 75
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
74Recensione di Elbereth » pubblicata il 19.04.2013. Articolo letto 1088 volte.
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