Ptahil «The Almighty Propagator Of Doom And Despair» (2013)
Recensione
Fort Wayne, Indiana, U.S.A.: Ptahil “The Almighty Propagator of Doom and Despair”.
Lo stile del duo americano non si allontana dalle radici del debut album “For His Satanic Majesty’s Glory” proiettandoci un mondo cupo, dall’atmosfera pesante e i ritmi lenti, un empio ed inquietante death/black doom.
Rispetto al precedente lavoro la durata delle tracce è notevolmente aumentata e ciò esige sicuramente più cambi di tempo e riff profondi, cosa che avviene solo in pezzi come “Satanicus Sabbathicus”, “Hell Spells and Satanic Rituals” e “Mors Aut Libertas”.
Nel complesso i brani non sono molto immediati, sono ripetitivi, strani intermezzi rumorosi il cui scopo sembra essere solo quello di allungare il brodo ma il sound è primordiale e selvaggio, crudo e corrosivo, la produzione sporca e martellante con un pizzico di Celtic Frost e Vader.
Sicuramente gli Ptahil mostrano di aver raggiunto maggiore maturità compositiva e potenza ma la formula è ancora da perfezionare.
Track by Track
- Satanicus Sabbathicus 70
- Possessed by Death 75
- Semen, Blood and Shit 60
- Mors Aut Libertas 70
- Pact with the Devil 65
- The Almighty Propagator of Doom and Despair 65
- Hell Spells and Satanic Rituals 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
65Recensione di Elbereth » pubblicata il 10.05.2013. Articolo letto 883 volte.
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