Swazafix «Anthem of Apostacy» (2013)
Recensione
Gli Swazafix forse suoneranno nuovi a molto del pubblico italiano neofita in fatto di Heavy Metal ma qui c’è del materiale per poter sopperire a questa mancanza. Questo ‘Anthem of Apostacy’ è una compilation che contiene entrambe le demo “Promo’91” e “Demo ‘92” pubblicate più di vent’anni fa dalla band dei Paesi Bassi e ormai considerabili must introvabili per collezionisti incalliti.
A riempire le lacune e quindi a placare l’eventuale curiosità c’è però questa raccolta masterizzata da Berthus Westerhuys (Frankenstein) in collaborazione con l’artista Ivan Bragin il quale ha realizzato artwork per Another Life, Forgive-Me-Not, Paganizer e Mortifer tanto per citarne alcuni.
‘Anthem of Apostacy’ si presenta molto bene come prodotto in generale, i suoni non sono stati resi moderni ma c’è stato un rigoroso e certosino lavoro di mastering di pulizia per cui ciò che sentirete, pur non suonando cristallino per forza di cose (è preso da vecchi tape), resta godibile per tutta la sua mezzoretta di durata.
Il disco rappresenta certamente una testimonianza più che importante del metal estremo dei primordi, ai tempi in cui i Death suonavano principalmente Death Metal senza andare a parare troppo sulla tecnica. Diciamo che i brani degli Swazafix ricordano leggermente quel periodo storico ma con qualche tacchetta inferiore circa la ricerca stilistica che, per forza di cose, non poteva essere chissà quanto ampia visto che il Death Metal di quegli anni era ancora legatissimo alle atmosfere thrashy.
Le pochissime info trovate on line non ci rendono partecipi degli anni di attività della band: sappiamo solo il momento in cui pubblicarono le due demo prima dello scioglimento ufficiale avvenuto in circostanze sconosciute, tuttavia le notizie relative al singer e chitarrista Theo Loomans ci riconducono alla sua tragica scomparsa avvenuta nel 1998, per suicidio. Fu certamente un musicista molto attivo in quegli anni militando anche nei Gomorha, nei primi Asphyx (ben noti), nei Soulburn e negli Evoker.
Tornando invece ad ‘Anthem of Apostacy’, francamente non lo considererei una pietra miliare del genere ma tutto sommato è perfettamente in grado di trasportarci indietro nel tempo negli anni in cui non esisteva post-produzione e in cui la bravura era data dal singolo strumento, anni d’oro quindi. I nostri devo ammettere che se la cavavano a più riprese, riuscendo a indurre i brani in una mera violenza assassina risultando minimamente originali senza eccedere troppo.
Se cercate qualche vecchio disco rispolverato siete nella recensione giusta, altrimenti lasciate proprio perdere e concentratevi su altro.
Per veri malinconici.
Track by Track
- Plaintive Parallels 75
- Anthem of Apostasy 75
- Lifelong Imprisonment 70
- Insaniac (Intro) 70
- Burdened Sufferance 75
- Sanctamonious Godz 70
- Mass Chemicide 70
- Where Chaos and Order are One 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
73Recensione di Carnival Creation » pubblicata il 15.05.2013. Articolo letto 842 volte.
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