Aska «Nine Tongues» (2013)

Aska «Nine Tongues» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Elbereth »

Recensione Pubblicata il:
23.05.2013

Band:
Aska

Titolo:
Nine Tongues

Nazione:
U.s.a.

Formazione:
George Call - Vocals, Guitars (rhythm)
Damon Call - Drums
Darren Knapp - Guitars (lead)
Keith Knight - Bass

Genere:
US-Metal

Durata:
52' 15"

Formato:
CD

Data di Uscita:
03.05.2013

Etichetta:
Pure Steel Records

Distribuzione:
H'Art Musik-Vetrieb GmbH

Bertus

Sound Pollution Distribution

Agenzia di Promozione:
Pure Steel Promotion

Recensione

Nel 1997, mentre gli Aerosmith pubblicavano “Nine Lives” (probabilmente il numero “9” andava di moda in quegli anni..nda), i texani Aska rilasciavano il loro terzo lavoro “Nine Tongues” che quest’anno la Pure Steel Records ci ripropone, ristampandolo sia come Cd sia in Lp.

Circa cinquanta minuti di “classic glam heavy metal” molto confuso ma fortemente influenzato dal lavoro dei Kiss e dei Judas Priest che nello stesso anno si cimentavano rispettivamente con “Carnival of Souls: The Final Sessions” e Jugulator.

Il 1997 è anche l’anno di “Visions” degli Stratovarius, “The Divine Wings of Tragedy” dei Symphony X, dei debut album di Sevendust e Children of Bodom, di “Falling into Infinity” dei Dream Theater, del primo album in inglese dei Dimmu Borgir “Enthrone Darkness Triumphant”, di “The Mind’s I” dei Dark Tranquillity e di “To Ride Shoot Straight And Speak The Truth” degli Entombed.

Ho fatto questa premessa perché possiate capire le mie perplessità riguardo gli Aska. I musicisti sono/erano (?) indubbiamente capaci a livello tecnico, mostrando un sacco di potenzialità espresse male, un vero spreco, il problema non sono le tracce in quanto tali ma il songwriting generale dell’album, vuoto, incoerente, l’eccessivo tocco glam/sleaze penalizza brani come “Killashandra” e il rockabilly di “Little Sister” (simpaticissimo, per carità) accostato al sound heavy priestiano e leggermente prog di “Question” stona troppo.
Quasi quanto i quindici minuti di “The Dream”.

I pezzi presi singolarmente sono orecchiabili e, se contestualizzati, a tratti anche originali.
Di sicuro il successivo “Avenger”(2000) è un album migliore, troppo recente per essere ristampato?