The Gates of Slumber «...The Awakening (reissue)» (2013)

The Gates Of Slumber «...the Awakening (reissue)» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Carnival Creation »

Recensione Pubblicata il:
09.07.2013

Band:
The Gates of Slumber

Titolo:
...The Awakening (reissue)

Nazione:
U.s.a.

Formazione:
Karl Simon :: Vocals, Guitars
Jason McCash :: Bass
Iron Bob Fouts :: Drums (nel disco Chuck Brown)

Genere:
traditional doom/heavy metal

Durata:
53' 43"

Formato:
CD

Data di Uscita:
13.11.2012

Etichetta:
Abyss Records

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

I The Gates of Slumber, trio Doom Metal di Indianapolis, in Italia forse non diranno molto ma rappresentano almeno negli USA una realtà arrivata al traguardo del quinto lavoro in studio per ben tredici anni di carriera fin dalla prima demo ‘Blood Encrusted Deth Axe’ del 2000. Dopo l’EP ‘Stormcrow’ di quest’anno, i nostri hanno deciso di pubblicare un’edizione “expanded” del loro debut album ‘...The Awakening’ del 2004 con un nuovo artwork, una track-list leggermente modificata e l’inserimento della bonus track “The Cloaked Figure” per una durata complessiva che stavolta si aggira intorno all’oretta scarsa invece che ai precedenti tre quarti d’ora.
Una scelta forse un po’ troppo commerciale potrebbero pensare alcuni ma di certo Karl Simon, Jason McCash e il batterista Jason McCash (anche se in ‘...The Awakening’ dietro le pelli sedeva Chuck Brown) hanno onorato una carriera con qualcosa che potrebbe seriamente interessare gli appassionati di Doom Metal che non esce mai troppo dai canoni tradizionali dello stile sabbathiano, e come potrebbe in fondo? I brani del platter suonano sporchi quanto basta per poter azzardare un po’ di Stoner qua e là ma questo è un pensiero personale; l’Heavy Classico sopravvive sempre e comunque anche in episodi più veloci come “The Executioner” senza tuttavia entusiasmare troppo.
Non vive molta ricerca stilistica in effetti quindi è palese che i The Gates of Slumber non sono interessati a stravolgere il Doom Metal né a contribuire ad una sua potenziale evoluzione, tutt’altro: fanno ciò che amano fare. Punto.
I brani, ad un mio personalissimo gusto, mi sono restati troppo legati a dei clichè alle lunghe un po’ fastidiosi e noiosi ma ciò non toglie che la band sa bene come si suona e le soddisfazioni collezionate durante gli anni continueranno imperterrite.
Consigliato prevalentemente ai fan.