F.T.W. Boogie Machine «Feeding the Jinx» (2013)
Recensione
Riff di chitarra elementari, melodie di una semplicità che sfiora l’idiozia, linea vocale che spazia senza costrutto dal pulito al growl. Sono le caratteristiche fondanti dell’heavy metal sound dei finlandesi F.T.W. Boogie Machine, che hanno pubblicato il loro terzo lavoro, il mini Lp “Feeding the Jinx”. Un disco raffazzonato nell’esecuzione e confuso nella sostanza. Già dalla prima song “Give them hell” si evince l’ispirazione, o meglio, il tentativo malriuscito d’ispirazione allo stile dei Mothorhead. Una melodia rozza nel senso bieco del termine è il tessuto sonoro della song, in cui s’intrecciano inserti alla Venom ma in una sintesi di caos inutile. Anche la voce di Mr. Heikkinen, il fondatore del gruppo, è ovattata e sgradevolmente rauca, con inopportuni cambi in growl che non dicono nulla. A tutto ciò si aggiunge la brillante idea dei Boogie di registrare le parti vocali in studio innestate alle parti strumentali live, con un risultato discutibile riguardo alla chiarezza del suono. La seconda song, “Hellion Breed”, ripete lo schema della prima: stupidi riff di chitarra e stupide linee vocali, solo che qui i ritmi della batteria risultano più convulsi, in stile Venom, incitando al pogo. E, dulcis in fundo, ci sono anche cori estremamente banali che allietano la song e che Mr. Heikken e soci inseriscono anche nella terza, “Hot Wheels Cold Steel”. Qui la disarmonia della linea vocale risulta lampante, anche se l’incipit del brano, in stile Mothoread, appare decente, così come le parti di chitarra. Ma ecco ancora una volta insulsi inserti corali che vorrebbero essere epici e che invece virano verso grida sconclusionate. E’ il momento della quarta song, “Feeding the Jinx”, che da il nome al mini Lp: tutto inizia con un’improbabile ritmo a marcetta, stile inno guerresco, che si protrae per tutta la canzone. Presenti le solite melodie e ritornelli - elementari in modo imbarazzante - mentre si salvano solo i riff di chitarra, che fanno da sfondo alla parte vocale parlata. La marcetta si alterna al solito ritmo pseudo-selvaggio che induce al pogo. Ma a un pogo scadente. La canzone, infatti, non comunica nulla. “All Downhill”, invece, ha un ritmo più doom ed è un po’ più curata, ma sempre scadente per la ripetitività e la banalità complessiva. L’unico brano che arriva alla sufficienza è “Too drunk to fuck”. Ma solo perché è la cover, seppur ben arrangiata, dei Dead Kennedys.
Track by Track
- Give Them Hell 50
- Hellion Breed 40
- Hot Wheels Cold Steel 30
- Feeding the Jinx 40
- All Downhill 45
- Do You Want It All 45
- Too drunk to Fuck 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 30
- Tecnica: 35
Giudizio Finale
43Recensione di Susie Ramone » pubblicata il 07.09.2013. Articolo letto 1361 volte.
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