Machinage «It Makes us Hate» (2013)
Recensione
Arrivano direttamente al debutto i brasiliani Machinage, che propongono un disco di debutto (senza EP d’intermezzo) di 8 tracce più intro di un thrash metal abbastanza semplice e canonico, lungo 38 minuti e mezzo e che esce per la rinomata EBM Records. Ma nonostante io abbia in passato espresso giudizi entusiasti sui prodotti forniti da questa label, i Machinage sono un gruppo non brutto, ma meno bello.
Perché? Semplice: a me questa band pare immatura, ancora priva della personalità necessaria per fare un full length. Basta ascoltare l’album: le prime due canzoni (intro esclusa) sono qualcosa di classico, già sentito, che si rifà al canovaccio di Metallica e Testament di “The ritual”, ma che convincono pienamente, e anche la migliore del lotto “Is this the way” non è male e anzi per la sua velocità e vivacità si attesta come brano migliore dell’intero disco. Non si tratta dunque di canzoni chissà quanto personali, ma di canzoni che comunque vengono riproposte in maniera credibile e convinta, e che per questo centrano l’obiettivo. Il problema sono gli altri brani. Da “Mask behind some lies” fino a “Third cold war” compresa, la band diventa banale, più prevedibile, esita sulla velocità e diventa anche un po’ ripetitiva in quanto a soluzioni stilistiche. Conclude “Tides of war”, buona nella strofa, deludente nel ritornello, per poi riprendersi, ma facendo cose che sono già state proposte precedentemente nell’album.
Tutto qua? Beh, più o meno, sì. L’album dei Machinage è poco più che questo: un disco carino, discreto, ma nella media. Con tutti i pregi e difetti annessi. Non brutto, ma che difficilmente vi farà venir voglia di riascoltarlo. Si ha l’impressione che al momento la band è immatura perché è capace di scrivere buone canzoni ma non di sostenere l’attenzione per un full length, sia pure corto come questo, e che tutto sommato il disco sia fatto di qualche bella canzone, ma che il resto sia filler. Posso sbagliarmi o meno su questo, ma resta il fatto che il disco rimane con un forte senso di “Potenziale non espresso al massimo”. Consigliato solo a collezionisti del Thrash metal.
Track by Track
- Rise of the souls 60
- Next victim 75
- Envy 75
- Anguish 70
- Mask behind some lies 55
- Beliefs 60
- 3rd cold war 60
- Is this the way 75
- Tides of war 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 55
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Snarl » pubblicata il 20.09.2013. Articolo letto 883 volte.
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