Checkmate «Immanence» (2013)
Recensione
I Checkmate sono una band francese nata nel 2008. “Immanence” è il primo album della band che ha calcato i palchi di mezza Europa. Rispetto al metal di ultima generazione i cinque ragazzi francesi propongono uno stile più derivante dal metal americano anni ’90, con nuance noise e ambient qua e là. Questo è evidente nel tipo di ritmiche presenti nei brani: raramente assistiamo a cambi repentini o inversioni di marcia, ottenendo l’effetto di una base ritmica massiccia e stabile, roccia su cui fondare il discorso sonoro. Le chitarre passano con facilità da distorsione asonora ad accordi dissonanti e sospesi nel vuoto, mentre le carismatiche vocals non hanno troppe manie di protagonismo e lavorano sodo per inasprire e esasperare l’aggressività del suono. Il growl/scream si alterna a brevi stacchi di clean, assorbiti completamente da una certa melodicità estraniata e appassita di fondo, che avvolge tutto l’album. “Days slip by” è un brano in divenire, con progressioni a tratti corpose a tratti congelate. In “Fake golden kingdom” riff e batteria si risvegliano dal letargico sentimento e costruiscono un suono dritto e massiccio. “Invictus” è un insieme di vocals e ritmo rabbiosi e slanci melodici ponderati e mirati. “IMA” e “Despite the years” hanno maggior groove grazie ai giochi ritmici più flessibili e a una fluida alternanza tra riff e accordi pieni. “Blank page” è meno omogenea, con una struttura più porosa che fa filtrare liberamente sentimenti antitetici. Dopo “Fragments”, brano strumentale progressivo e meditativo, arriva “A maze”, frullato di reminescenze ritmiche e sonore anni ’90, esplosive e ben strutturate. “By any means necessary”, il miglior brano dell’album, mischia una base ritmica eccessiva con riff aggressivi e liberatori, accompagnati da scream/growl devastante. “Immanence” è figlio del supergenere “post” a causa dei diversi filoni di sottogeneri metal a cui fa riferimento. Optando, però, per un suono potente ma pervaso da un’atmosfera più eterea e non soffocata da troppe stratificazioni e patine posticce, i cinque ragazzi parigini producono un lavoro genuino, impetuoso, a tratti senza freni.
Track by Track
- Days slip by 75
- Fake golden kingdom 75
- Invictus 80
- IMA 80
- Moving backwards S.V.
- Despite the years 75
- Blank page 80
- Fragments 75
- A maze 80
- By any means necessary 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 75
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
78Recensione di Jezebel » pubblicata il 20.12.2013. Articolo letto 1782 volte.
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