Vin de Mia Trix «Once Hidden From Sight» (2013)

Vin De Mia Trix «Once Hidden From Sight» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
22.02.2014

 

Visualizzazioni:
1161

 

Band:
Vin de Mia Trix
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Titolo:
Once Hidden From Sight

 

Nazione:
Ucraina

 

Formazione:
Serge Pokhvala :: Guitars
Andrew Tkachenko :: Vocals
Alex Vynogradoff :: Bass, Guitars, Piano, Vocals
Igor Babayev :: Drums

 

Genere:
Doom Metal

 

Durata:
1h 4' 39"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2013

 

Etichetta:
Hypnotic Dirge Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Vin de Mia Trix (non chiedetemi cosa vuol dire o che lingua sia) nonostante un titolo dell’album in inglese e alcuni titoli delle canzoni in francese e altri in spagnolo, sono Ucraini da Kiev e con questo “Once ridde in sight” arrivano al loro album di debutto doom/death metal sulla lunga distanza.
La musica proposta dai VDMT è profonda, abbastanza scarna nei riffs a volte e austera, il più delle volte a insistere su un mood delle canzoni fosco e lugubre quando si va piano, mentre nelle parti più death e meno minimaliste i brani diventano abrasivi e graffianti, tipo l’inizio di “Nothing is here”. A grandi linee dunque immaginatevi un mood paragonabile a certe cose dei primi November’s Doom di “Amidst its hallowed mirth”, ovvero un doom mai troppo lento e sempre molto guitar oriented, ma che al contempo raramente diventa davvero aggressivo e potente.
L’ascolto dell’album però lascia intravedere una band che ripropone abbastanza bene tutti i crismi del doom/death, con un certo qual uso della personalità, pesantezza, momenti desolanti e abrasivi, ma ahimé, ognuno di questi elementi per me va sviluppato per bene. Nessuna delle armi usate dai Vin de Mia Trix è letale in quest’album. Un esempio riassuntivo è facilmente dato dall’opener “A study in scarlet”, dove la qualità sonora troppo soffusa finisce per funzionare, per contrasto, nelle parti death, ma rende quelle più lente troppo sfocate, zavorrando parecchio il brano. Tra l’altro i brani più di una volta sembrano troppo allungati. Ed è proprio sui brani più brevi, tipo la bellissima “The sleep of reason” che i VDMT riescono a risplendere, con un mood contorto e acre a inizio canzone davvero vincente, e con “Silent world” che centra il bersaglio per un tiro compositivo davvero buono.
Insomma: “Once hidden in sight” è un disco buono, ma presenta delle ingenuità da limare che finiscono per guastare ciò che di buono viene fatto. La band ha infatti bisogno di concentrarsi sull’intensità delle atmosfere, aumentare la ripetitività delle canzoni e il trasporto delle stesse. E forse anche tagliare qualcosa: per qual motivo 12 minuti dell’album sono composti da due tracce (la terza e la sesta) che sono composte solo dal pianoforte? È davvero qualcosa di così necessario inserire due tracce di quel tipo? Personalmente, no.
Insomma: “Once hidden in sight” non è brutto, ma è un album che presenta alcuni difetti tipici del disco di debutto. Li consiglio per ora ai completisti del doom/death metal, ma dal prossimo album mi aspetto di più.

Track by Track
  1. A study in scarlet 70
  2. Nothere is here 70
  3. Là où le reve et le jour s’effleurerent 55
  4. The sleep of reason 75
  5. Silent world 70
  6. La persistencia de la memoria 55
  7. Metamorphosis 70
  8. matr 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
67

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 22.02.2014. Articolo letto 1161 volte.

 

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