Silver Orionis «A X I A» (2013)

Silver Orionis «A X I A» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.05.2014

 

Visualizzazioni:
1038

 

Band:
Silver Orionis
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Titolo:
A X I A

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
Silver :: All

 

Genere:
Progressive Thrash Metal

 

Durata:
1h 19' 39"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2013

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Lo spreco. Lo sciupio. La dilapidazione. La sagra dei buoni propositi rovinati e delle opportunità sprecate. Questo è il debutto assoluto di Silver Orionis, che con questo “Axia” propone (parlo al singolare perché questa band è mandata avanti dal solo Silver) 12 canzoni che vanno a formare un album definito Prog Thrash Metal che sfiora però gli 80 minuti, e che costituisce un vero e proprio spreco perché l’album è costellato di buone intuizioni musicali, soluzioni personali e cambi di ritmo interessanti, uniti a dei riffs magari non sempre variegati, ma comunque ben assemblati e frutto di composizioni curate. Già, peccato che tutto sia rovinato da una realizzazione tecnica dell’album quantomeno pessima!
Per me, è chiaro: Silver è un buon compositore, ma o non ha i mezzi per registrare decentemente un album, o non lo sa fare, o ha lasciato perdere. L’ascolto dell’album è sfiancante e non per la lunghezza, ma perché per un riff ben suonato che ti trovi, arriva sempre lo stacco non perfettamente a tempo con la batteria, parti dove il palm mute è eseguito troppo veloce o troppo lento, parti tipo l’inizio di “Back to reality” odiosamente Midi, rullanti paragonabili a quello di Guitar Pro, parti dove il suono sembra alzarsi e abbassarsi da solo, e parti chiaramente fuori tempo, che finiscono per rovinare porzioni di brani, tra cui la prima metà di “Timelines”, piena di imprecisioni. E ripeto: imprecisioni di realizzazione, non tecniche o di suoni ottenuti col microfono del pc.
E la cosa bella, lo ripeto, è che in realtà il cd musicalmente è valido. Oddio, è diluitissimo, poteva durare di meno perché certe parti sono solo ripetitive, forse un paio di brani erano tagliabili, ma ciò non teoglie che “Drain”, tipo Metallica, e “Reflection”, più tipo Anthrax, sono molto belle, originali e grintose, “The garden” è molto aggressiva e convincente malgrado una parte centrale troppo allungata, oltre alla migliore del lotto e senza troppi difetti di esecuzione, “Straight-arrow”, convincente e agile come songwriting, per non parlare della conclusiva e più riflessiva “Deeper”, ma solo fino a un certo punto, prima di proseguire con un incedere minaccioso solista e rockeggiante. Il resto non dico che fa schifo ma è lo spreco di cui parlavo sopra, un mare di buone intuizioni mescolate ad un mare di imprecisioni tecniche, che non rendono il disco ridicolo, ma quantomeno imperfetto. Davvero, questo è uno dei casi in cui mi chiedo come abbia fatto Silver, al risentire l’album, a dire: “ok, è perfetto”. Non mi stupisco che l’album sia autoprodotto. Lo ribadisco: musicalmente non è male, ma è da risuonare. Non si riesce a capire se Silver ha fatto il possibile con ciò che aveva, se l’album è incompleto nella realizzazione, se ha perso entusiasmo, o addirittura se davanti alle registrazioni al pc, ha detto: “ma no non riequalizziamo niente: buona la prima su tutto e ok così”.
Ammetto una cosa: “Axia” di Silver Orionis è un po’ il contrario della media thrash italiana, visto che in italia come media si fanno registrazioni fin troppo perfette, ma i dischi sono poveri di contenuti, mentre questo ha una apprezzabile quantità di contenuti, ma una registrazione insufficiente, quindi sì: l’effetto sorpresa ci potrebbe anche stare, ma anche se la qualità musicale è quella che è, la qualità di realizzazione è deficitaria, talmente tanto da coprire in buona parte il livello musicale. Sinceramente: se lo trovate in free download o a poco prezzo (e intendo meno di 5€), compratelo, se siete appassionati di thrash old school e non v’interessa molto la tecnica, ma ne sconsiglio l’acquisto a scatola chiusa senza ascoltarlo, e soprattutto consiglio a chi non rientri nella categoria di ascoltatori suddetta di starne alla larga. Sufficienza politica, e sono magnanimo.

Track by Track
  1. Signs from the past 65
  2. Drain 65
  3. Back to reality 60
  4. Reflection 65
  5. Walk on embers 60
  6. Ephemeral... 60
  7. The Garden 65
  8. Shadow hunt 60
  9. Straight-arrow 70
  10. Timelines 55
  11. Cold pale illusion 60
  12. Deeper 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 50
Giudizio Finale
61

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 11.05.2014. Articolo letto 1038 volte.

 

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