In Autumn «Reborn» (2013)

In Autumn «Reborn» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
24.06.2014

 

Visualizzazioni:
2313

 

Band:
In Autumn
[Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di In Autumn [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di In Autumn [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di In Autumn [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di In Autumn

 

Titolo:
Reborn

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro Barci :: Voce
Cristian Barocco :: Chitarre e Synth
Paolo Marasca :: Chitarre
Diego Polato :: Basso
Marco "Cuzzo" Liotto :: Batteria

 

Genere:
Doom-Post Metal

 

Durata:
53' 20"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
21.10.2013

 

Etichetta:
Buil2kill Records
[MetalWave] Invia una email a Buil2kill Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Buil2kill Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Buil2kill Records

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Nadir Promotion
[MetalWave] Invia una email a Nadir Promotion [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Nadir Promotion [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Nadir Promotion [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Nadir Promotion

 

Recensione

Debutto discografico direttamente con il full length chiamato “Reborn” per questi vicentini In Autumn, che condensano 8 tracce più intermezzo in circa 53 minuti di una musica che già dal promo pack non è tanto chiara in quanto a definizione, visto che la loro pagina su metal archives parla di Doom/Post Metal, nel mio promo pack si parla di Melodic Death/doom e su internet le definizioni fioccano sbizzarrite in tutti i tipi e in tutte le salse. Personalmente, definirei questi In Autumn come Prog, più o meno. Sì perché “Reborn” punta tutto sulla carta dell’originalità: davanti a un andamento medio e melodico, che potrebbe far pensare al gothic per il mood triste delle composizioni, si alternano strutture aperte delle canzoni, riffs stile Gothenburg presenti qua e là, una voce costantemente pulita ma non depressa, e sporadici rallentamenti, tipo quello della title track.
Eppure, nonostante questo, “Reborn” perlopiù fallisce il bersaglio, secondo me. Gli In autumn infatti a mio avviso mostrano molte influenze nella loro musica, ma non le canalizzano bene. Sembrano quasi messe casualmente come l’inutile blastbeat nel ritornello di “Silent Watchers” e spesso cozzano tra loro facendo degli attriti tremendi, come nella già citata title track, dove un buon mood doom all’inizio viene rovinato da quei riffs svedesi che non c’entrano secondo me, rivelando uno dei più gravi difetti di questo disco: parti scollegate e canzoni che, a sentirle e risentirle, sembrano un mucchio di brani con influenze disparate, ma che a ben vedere non mi comunicano niente e che sembrano non portare i brani da nessuna parte. Praticamente, i brani vanno avanti per la loro durata, ma i troppi cambi d’atmosfera e di tempi di batteria disorientano e mi fanno perdere il filo logico, facendoli finire quando non è necessario o facendoli continuare quando in realtà potevano fermarsi.
L’altro difetto dell’album, paradossalmente, è dato dall’originalità. Per qual motivo collegare influenze disparate, se poi i riffs proposti sono banali, soprattutto quando deve entrare la solista? “Draw on the mirror”, nel ritornello dove la solista accompagna la voce, è un esempio di questo, e gli assoli banali si sentono anche in “The thin line” e in “uno sguardo verso il cielo”, dove i fraseggi non mi convincono. Solo il cantante cerca di metterci una pezza, con una prestazione interessante, ma da solo non può certo salvare la baracca e anche lui, per cercare di tener vivo l’interesse, finisce solo per dare troppe idee a un cd secondo me confuso. Eloquenti sono ad esempio alcune linee vocali di “Mind and beast” e quelle di “uno sguardo verso il cielo”, dove addirittura per me il mood creato dalla voce è paragonabile a quello dei Negramaro. So che è pazzesco, ma per me è così. E tutto tacendo su composizioni perlopiù troppo lunghe, la cui sostanza è annacquata e i brani sembrano trascinarsi.
Insomma: che avevano in mente gli In Autumn? Una roba Gothic rock/metal tipo Sentenced, come a volte sembra? Un disco post metal? Un disco principalmente prog con varie influenze? Una strana versione di Melodic Death/doom? Francamente non l’ho capito. A grandi linee se apprezzate l’eclettismo del post metal e se prediligete composizioni aperte e riluttanti alla tipica forma canzone, provate a dare un ascolto agli In Autumn, ma se devo essere sincero non lo consiglio particolarmente. Trovo che questo cd sia come un piatto con troppi condimenti messi là senza cognizione di causa. Il giudizio finale descrive una band non inutile, ma il cui cd per me è immaturo.

Track by Track
  1. Mind and Beast 55
  2. Draw on the Mirror 55
  3. Rust 60
  4. Silent Watchers 55
  5. Elevation 55
  6. Reborn 55
  7. Uno sguardo verso il cielo 50
  8. The thin line 55
  9. Circles in the water 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 55
Giudizio Finale
57

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 24.06.2014. Articolo letto 2313 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.