Warknife «Amorphous» (2014)

Warknife «Amorphous» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Susie Ramone »

 

Recensione Pubblicata il:
27.07.2014

 

Visualizzazioni:
2956

 

Band:
Warknife
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Titolo:
Amorphous

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Simone Mele, guitar; Daniele Gatto, bass; Marco Landolfo, vocals; Cesare Zuccaro, drum.

 

Genere:
Death Metal / Sludge / Post-Hc

 

Durata:
41' 3"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2014

 

Etichetta:
Memorial Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

L’incessante ricerca artistica contraddistinta da una raffinata e meticolosa sperimentazione, l’esplorazione di paesaggi sonori inediti nell’alveo del death metal, dello sluge e del post-hardcore, l’originalità di un sound che - cosa estremamente rara - non scimmiotta il già sentito. E soprattutto il talento e l’originalità di una band, i Warknife, che, attraverso una profonda ispirazione espressa con coinvolgente pathos e dirompente potenza sapientemente incanalata, regalano al pubblico un lavoro impeccabile sotto diversi punti di vista. La band salentina presenta il secondo full-lenght intitolato “Amorphous”, pubblicato lo scorso febbraio dall’etichetta Memorial Records. Questo lavoro è la testimonianza che - partendo dal death metal classico con influenze tipicamente Bay Area thrash metal - il sound dei Warknife si è sempre più arricchito ed evoluto dal 2006, anno della loro fondazione, fino ad oggi. Generando una sintesi originale in grado di comunicare e dare emozioni vere al fruitore. Un groove di sperimentazione e armonia, creato dai fondatori Simone Mele chitarrista e Cesare Zuccaro, batterista e da Daniele Gatto, bassista e dal cantante e frontman Marco Landolfo. L’incipit di “Amorphous” è “Shapeless Birth”, epico intro con cori celtici seguito dalla song “Infected Enigma”. Qui si percepisce immediatamente il tessuto thrash metal tipicamente Bay Area sul quale dominano le appassionate linee vocali di Marco Landolfo. Il fascino della sperimentazione permea poi “A Bleeding Sunset”, caratterizzata da un’alternanza di ritmi lenti e suggestivi con struggenti arpeggi di chitarra, magnetici giri di basso e voce parlata/sussurrata e ritmi potenti che riescono ad esprimere l’intelligenza compositiva di una rabbia ben incanalata.
Deciso cambio di atmosfera in “Behold Regression”, canzone più aggressiva e ritmata, che suscita situazioni da pogo e da headbanging senza farti sentire un’idiota. La song presenta stupendi e armonici cambi e assoli di batteria nonché arrangiamenti di grande accuratezza che formano dunque un tessuto sonoro costruito nel complesso con grande attenzione.
“The Veil Fragments” è poi una ballata di notevole intensità, impreziosita da particolari riff di chitarra e morbidi arpeggi e linee vocali in pulito che sfociano in uno scoppio dirompente di potenza ed energia in cui gli apporti strumentali s’intersecano alla perfezione. Belle e fluide le parti di basso, ben orchestrate anche le backing vocals e gli scream di un ispirato Marco Landolfo. Il lavoro dei Warknife prosegue con il pezzo strumentale “Shape Shifting” e con “Hateseed”: una song quest’ultima che è una marcia appassionata, profonda e avvolgente nel suo crescendo.
Ma è “Ill Becomes Order” l’architrave della poetica del gruppo salentino, a detta del chitarrista Simone: infatti la sua intensità e armonia nei cambi di ritmo, oltre alle impeccabili e brillanti linee vocali senza mai un cedimento, conducono l’ascoltatore in paesaggi sonori sempre diversi e ricercati. Oltre all’originalità stilistica, è anche il contenuto della composizione – da cui i Warknife hanno tratto un video - a determinarne lo spessore artistico: essa narra infatti il malessere della condizione esistenziale umana, che diviene assuefazione, attraverso la metafora di un soldato che parte per la guerra viaggiando verso l’ignoto.
Un altro nucleo creativo germinale dei Warknife è l’anima darkeggiante rappresentata in “Shining Phoenix”, caratterizzata da un intro degno dell’intensità propria dei Cure e del genio Robert Smith:
la parte strumentale che fluttua in atmosfere malinconiche precede lo scoppio di rabbia appassionata guidata dall’intensità della linea vocale, arricchita da un assolo di chitarra stupendo. Una song articolata, complessa, perfetta.
Degna conclusione di “Amorphous” è “F.A.I.L.”: la canzone più energica, da pogo puro, che conduce la percezione emozionale dell’attonito fruitore verso inediti territori thrash metal, con cambi di ritmi sempre molto armonici. Si chiude così, con una canzone che toglie il respiro, un lavoro perfetto.

Track by Track
  1. Shapeless Birth 80
  2. The Infected Enigma 85
  3. A Bleeding Sunset 90
  4. Behold Regression 100
  5. The Veil Fragments 85
  6. Shape Shifting 80
  7. Hateseed 85
  8. Ill Becomes Order 85
  9. Shining Phoenix 100
  10. F.A.I.L. 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 95
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 100
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
90

 

Recensione di Susie Ramone » pubblicata il 27.07.2014. Articolo letto 2956 volte.

 

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