Raw «Playground» (2014)

Raw «Playground» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
08.08.2014

 

Visualizzazioni:
2042

 

Band:
Raw
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Titolo:
Playground

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Giuseppe :: Chitarra Ritmica, Voce
David :: Chitarra Solista, Cori
Diego :: Basso
Zippo :: Batteria

 

Genere:
Crossover / Stoner / Alternative

 

Durata:
39' 59"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2014

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Esordio discografico per i romani Raw, che ci propongono questo “Playground” autoprodotto, composto da 10 tracce per 40 minuti di musica, una musica che è praticamente un treppiede con un piede nel nu metal, uno nello stoner e uno nell’alternative, con in più influenze ausiliari provenienti dai System of a down.
Sembra un casino d’influenze anche un po’ poco fresche, visto che il nu metal non è proprio il genere più aggiornato, eppure “Playground” pur non funzionando completamente, ha il suo motivo d’esistere: è un album che per quanto mostra le sue influenze non completamente amalgamate, e per quanto mostri una band che si sente avere dei membri provenienti da backgrounds diversi, riesce comunque a impressionare per la spontaneità delle canzoni e anche per una certa vivacità di songwriting che ci colpisce positivamente. Va particolarmente bene quando, a mio avviso, la band si cimenta più su sonorità tipicamente rock come “Dig more” o “Juno Beach”, e nella più stoner “Oligarchy”, ma soprattutto nella migliore del lotto “Decide”, mentre si cala d’intensità quando invece i Raw cercano di aggiungere influenze nu metal, crossover o comunque debitrici a bands tipo Red Hot Chili Peppers (primi due brani), o i primi Korn. In particolare è “Rats” a segnalarsi come picco un po’ negativo dell’album, vista una qualità penalizzata da un inglese francamente pessimo, e che probabilmente cerca la via più diretta e in your face, senza riuscirci più di tanto. Ben fatta invece l’accoppiata di chiusura “A rust ballad” e “Vain sacrifices”, delle quali la prima è più calma e pacifica, mentre la seconda manifesta le influenze lasciate in libertà della band.
In conclusione: che dire, disco non male, ma secondo me alla band è legittimo chiedere qualcosa di meglio a livello di amalgama delle influenze, e forse anche una maggiore originalità, visto che comunque questi limiti a lungo andare si sentono, e che come detto a inizio recensione, si sente che la band è composta da membri con un retaggio culturale differente. Disco comunque consigliabile in quanto facile da ascoltare e gradevole. Alla prossima!

Track by Track
  1. Match 65
  2. Dominion 65
  3. Dig More 70
  4. Juno Beach 70
  5. Oligarchy 70
  6. Life 75
  7. Decide 75
  8. Rats 60
  9. A rust Ballad 70
  10. Vain sacrifices 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
70

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 08.08.2014. Articolo letto 2042 volte.

 

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