Il Segno del Comando «Il Volto Verde» (2014)

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Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
22.10.2014

 

Visualizzazioni:
2047

 

Band:
Il Segno del Comando
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Titolo:
Il Volto Verde

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Diego Banchero :: electric bass, fretless bass, keyboards, theremin
Maethelyiah :: lead and backing vocals
Giorgio Cesare Neri :: guitars
Fernando Cherchi :: drums, percussions
Maurizio Pustianaz :: keyboards, piano, organ
Roberto Lucanato :: guitars
Davide Bruzzi :: guitars

 

Genere:
Rock

 

Durata:
55' 43"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2014

 

Etichetta:
Black Widow Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Arriva come un fulmine a ciel sereno il nuovo disco dei seminali Il segno Del Comando, band sommariamente definibile come Dark Prog e che condensa in questo “Il volto verde” 9 tracce più intro, intermezzo e outro per circa 56 minuti di musica, ispirata a Gustav Meyrink.
Ora, sulle prime stavo rimanendoci male nell’ascoltare questo cd, per la qualità sonora: il sound non è niente di speciale, è smorto e anche un po’ piatto, soprattutto per quel che riguarda la batteria, troppo finta e alta, sacrificando soprattutto basso e chitarra. Tuttavia, ci passi sopra dopo un po’ di tempo e ti ci abitui, perché la musica di “Il volte verde” è semplicemente grande: parte inquieta nell’opener “La bottega delle meraviglie”, prosegue ancora più cupa e corale su “Childer il verde”, vagamente creepy, per poi far eccellere la prima parte in “Trenodia delle dolci parole”, con una voce femminile misterica che ammanta una base musicale molto intensa e affascinante, dove là già citata componente misterica non manca mai. Tuttavia, si alza ancora il tiro con “La congrega dello Zee Dyk”, marcetta ipnotica e ben composta con ottime parti darkwave, “Il Manoscritto”, canzone anch’essa su questo stile, per poi arrivare al culmine dell’album dall’accoppiata “Retrospettiva di un amore” , che consiste in una efficace litania con accenni rockeggianti, e “Usibepu”, che col passare dei minuti diventa sempre più possente e inesorabile.
Termina il disco con una strumentale e un outro, e malgrado non ci sia quasi niente di post punk, è un capolavoro. Godibilissimo e astratto ma non autoreferenziale o spocchioso, “Il volto verde” è un album davvero dark e davvero prog, nel vero senso del termine. Pare quasi che appartenga ad un’altra era, come spesso avviene per questo gruppo e la sua precedente discografia, della quale questo è un altro abum da avere. Consigliato a tutti. Fatevi un regalo e comprate quest’album.

Track by Track
  1. Echi dall’ignoto (Intro) S.V.
  2. La bottega delle meraviglie 80
  3. Childer il verde 85
  4. Trenodia delle dolci parole 85
  5. Il rituale (Intermezzo) S.V.
  6. La congrega dello zee dyk 85
  7. Il manoscritto 85
  8. L’evocazione di eva 80
  9. Retrospettiva di un amore 90
  10. Usibepu 90
  11. L’apocalisse 75
  12. Epilogo S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
85

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 22.10.2014. Articolo letto 2047 volte.

 

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