Radiocroma «Il Corso dei Balocchi» (2014)

Radiocroma «Il Corso Dei Balocchi» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Snarl »

Recensione Pubblicata il:
27.10.2014

Band:
Radiocroma

Titolo:
Il Corso dei Balocchi

Nazione:
Italia

Formazione:
Toso (Alessandro Toto) :: Voce, chitarra, theremin, synth
Jean Paul (Gianluca Materiale) :: Basso, chitarra acustica
Tranquillo (Mauro Serra) :: Videocartoni

Genere:
Video/Musica Sperimentale

Durata:
38' 42"

Formato:
CD

Data di Uscita:
10.03.2014

Etichetta:
Red Cat Records

Distribuzione:
Audioglobe

The Orchard

Agenzia di Promozione:
Red Cat Promotion

Recensione

Di tutte le bands recensite qui a metalwave, questi Radiocroma sono quanto di più lontano dal metal qui sia mai stato recensito, il che mette noi recensori in una situazione per niente facile visto noi metallari duri e cattivi sicuramente possiamo recensire questa band, ma è parecchio difficile giudicarla in maniera adeguata proprio per via del fatto che noi siamo specializzati in altro.
Ad ogni modo, i Radiocroma sono una band che dopo un trascorso con altre bands sotto altri nomi, arriva al suo primo album, un album che sembrerebbe a metà tra lo psichedelico e il teatrale, più facilmente orientabile in certo cantautorato, dove canzoni semplici e che descrivono personaggi strambi accompagnano una musica che mostra un debole per il theremin, il pop e in generale per l’easy listening senza troppe pretese se non quella di essere una musica da intrattenimento, ascoltabile anche come sottofondo, e dove i suoi episodi migliori sono dato dalla cantilenante “Muria la malata” nonché dalla straniante “Sulla strada di Cantù”, con degli effetti sonori tipo campanelli che rendono la canzone ipnotica, e con il lato negativo di essere un album che oltre a una manciata di canzoni poi sembra andare avanti senza sussulti e di portare a termine il proprio lavoro senza pretese ma anche non decollando, quasi che certe canzoni siano fatte alla buona e nulla più. Da notare che ognuna di queste canzoni è stata accompagnata da un videoclip nella traccia rom del disco.
Insomma: un disco del tutto anomalo e quasi impossibile da recensire dalla fascia di pubblico più orientata verso le chitarre distorte e i tempi veloci di batteria. Sufficienza politica.