Ghost Mantra «Chandrabindu» (2014)

Ghost Mantra «Chandrabindu» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
13.11.2014

 

Visualizzazioni:
1615

 

Band:
Ghost Mantra
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Titolo:
Chandrabindu

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Matteo Canali :: Drums
Maurizio Cambianica :: Bass
Pablo J.Cammello :: Vocals
Macs D :: Guitars
Frank Cassinelli :: Guitars

 

Genere:
Heavy Progressive Rock

 

Durata:
40' 57"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
12.04.2014

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Vengono da Lecco questi Ghost Mantra, e a giudicare dalla copertina, dal nome della band e del disco, che è di debutto e autoprodotto, sembrano fare stoner. Ma non è così: “Chadrabindu” secondo me qualche eclettismo compositivo dello stoner ce l’ha, tipo nell’opener “Shape to Burn” e nelle idee un po’ fuori di testa che sono presenti in “Dopeself”, ma perlopiù è un rock talmente introspettivo e ricercato, anche atmosferico a volte, che va a sconfinare più nel prog e a trovarsi meglio in queste note.
Com’è possibile, vi chiederete, che due generi del rock così contrapposti vadano a essere presenti nello stesso album? Eppure è così. Premesso che non stiamo parlando di uno stoner tutto power chords e pesantezza ma niente cervello, quanto più uno stoner alternative rock paragonabile ai Soundgarden, le influenze si sentono in certi riffs ma si differenziano sin da subito per la voce, tutt’altro che roca o ipnotica, ma invece alta ma non troppo e caratterizzata dal fatto di essere perfettamente a suo agio sia quando le canzoni sono più mosse, come “Aphelion”, sia quando sono più calme, come “Shelter in Hell”. La seconda parte del cd invece è quasi del tutto prog, con la lunga “Knife the saint” che tecnicamente mostra anche un tasso di tecnica nettamente superiore, e che è ravvisabile anche in “Sterilize” brano che comincia quasi in maniera dimessa ed è poi capace di un crescendo notevole, e questa canzone insieme a “Dopeself” è la migliore del disco.
Un disco dunque pressoché da avere, questo “Chadrabindu”, per classe, inventiva e capacità musicale, soprattutto per gli amanti del rock progressivo abbastanza “retro styled” ma non troppo, mentre gli amanti dello stoner lo potranno apprezzare a patto che stiano cercando qualcosa di musicalmente dinamico e non troppo fissato con la sola pesantezza dei suoni.

Track by Track
  1. Chadrabindu (Intro) S.V.
  2. Shape to burn 75
  3. Aphelion 75
  4. Dopeself 80
  5. Shelter in hell 80
  6. Knife the saint 75
  7. Sterilize 80
  8. Swamp the earth 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
77

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 13.11.2014. Articolo letto 1615 volte.

 

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