Choriachi «S.U.F.F.E.R.» (2014)

Choriachi «S.u.f.f.e.r.» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
19.11.2014

 

Visualizzazioni:
907

 

Band:
Choriachi
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Titolo:
S.U.F.F.E.R.

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Mpfm :: Vox
Drugo :: Guitar
Valzilla :: Drums
Kss :: Bass

 

Genere:
Bluesy / Stoner / DopeRock

 

Durata:
48' 53"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
06.06.2014

 

Etichetta:
Red Sound Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Doppio Clic Promotions
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Recensione

I Choriachi sono una band italiana (provenienza imprecisata), che arriva con questo secondo album a sfornare quasi 49 minuti di una musica che potrebbe essere definita come un buon mix tra stoner rock, groove metal e solo alla fine dell’album stoner doom. Come un incrocio tra Down, qualcosa di Zakk Wylde e alla fine Orange Goblin.
Vogliamo chiamarlo stoner metal? Sbagliato non sarebbe, perché a parte la prima canzone “Marijuanaut”, che è lunga oltre 10 minuti, è sludge nella prima parte con un tiro costante, dalla seconda parte della stessa in poi i Choriachi si rivelano andare a nozze con sonorità fragorose, casinare e che non disdegnano la voce urlata, che tuttavia si rivelano in pieno stile Zakk Wylde e Down in “Our vice...” e “Red Capricorn”, molto godibili e interessanti, soprattutto la seconda di queste, dove i Choriachi non mancano di mostrare il loro talento nelle parti più soffocanti, ma l’highlight del disco è dato dagli 8 minuti e mezzo di “Pentagruelion”, un brano più dimesso e tipicamente stoner moderato, che però da 4 minuti in poi mostra un riff riflessivo che è poi parte di una progressione musicale davvero fantastica all’interno del brano, mentre il brano finale (non chiedetemi cosa voglia dire quel titolo) è quello più doom e psichedelico, nonché molto bluesy nella seconda parte.
Insomma: “S.U.F.F.E.R.” è un disco riuscitissimo. Una cosa che si mangia letteralmente a colazione wannabes dello stoner che sanno solo pompare i bassi e fare due power chords e che si rivela parecchio godibile per uno stile non omogeneo (Pecca che troppe volte affligge i dischi stoner e affini) e anzi mescolato con cose più pesanti, e per una comunicabilità delle canzoni ragguardevole, graziata anche da dei lavori di batteria e vocale davvero degni di nota. Semplicemente, merita più che un ascolto; acquisto raccomandato per i fan dello stoner e dei Down, ma anche chi vuole addentrarsi nell’underground di questo genere può farlo egregiamente partendo da questo disco.

Track by Track
  1. Marijuanaut 75
  2. Our vice is a locked room 80
  3. Red Capricorn 80
  4. Young wolves and old mammothes 75
  5. Pentagruelion 80
  6. Birkat Habayit 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
76

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 19.11.2014. Articolo letto 907 volte.

 

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