Pulvis et Umbra «Implosion of Pain» (2014)

Pulvis Et Umbra «Implosion Of Pain» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
22.01.2015

 

Visualizzazioni:
2024

 

Band:
Pulvis et Umbra
[MetalWave] Invia una email a Pulvis et Umbra [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Pulvis et Umbra [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Pulvis et Umbra [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Pulvis et Umbra [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Pulvis et Umbra [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di Pulvis et Umbra [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina SoundCloud di Pulvis et Umbra [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di Pulvis et Umbra

 

Titolo:
Implosion of Pain

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Damy Mojitodka :: All Instruments

 

Genere:
Death / Thrash Metal

 

Durata:
35' 18"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
23.09.2014

 

Etichetta:
Pavement Entertainment Inc.
[MetalWave] Invia una email a Pavement Entertainment Inc. [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Pavement Entertainment Inc. [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Pavement Entertainment Inc.

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Discreto e nulla più, questo è il secondo album della one man band Pulvis et Umbra, che mixa elementi di thrash, death melodico e generi che finiscono in “core”, a formare 8 tracce più intro e strumentale per 35 minuti di musica.
Semplicemente, PeU non ha sufficiente personalità nelle canzoni: si sente sin dall’inizio dell’album, con una “Lost moon” che in realtà non è brutta, ma che è oltremodo classica nei riffs, così come la title track prigioniera nei riffs di tendenze alla Metallica quasi cliché oserei dire e già largamente sentite, ma anche contrapposte da un feeling da metal estremo che sbatte letteralmente con questa componente più melodica, rendendo i brani con un salto troppo accentuato tra uno stile e l’altro, con parti acustiche come di “Ordinary scars” poco amalgamate con quelle più violente di “Lullabye”, che tra l’altro mi sembra anche cantata in una maniera decisamente troppo brutal di voce. Questa tendenza monca di brutalità è evidente anche nella title track, condita troppo da dei blast beats che rendono il gusto di questa canzone decisamente troppo carico, nonché sbilanciato con quanto detto sopra.
Oggettivamente il cd non è brutto, ma direi che piuttosto che fare delle belle canzoni, al compositore è mancata un po’ di visione globale dell’album invece che delle singole canzoni. Certo, singolarmente queste sono ok, ma è tutto messo insieme che ci fa capire che il cd è un grande tronco d’albero con dei rametti striminziti (cioè le altre influenze) non curate a dovere, quasi che l’essere una one man band non sia la dimensione ottimale per questa band. Provate a dargli un ascolto, che tra i vari generi descritti sopra per categorizzare la band potrebbe esserci una fetta di pubblico che l’apprezzerebbe anche, ma personalmente il senso di scarsa competitività e di “tutto sommato non necessario” del cd è forte.

Track by Track
  1. Lift off (intro) S.V.
  2. Lost moon 65
  3. End of emptiness 70
  4. Implosion of pain 65
  5. ...'Til It Keeps Me Awake 65
  6. Psicostasia 65
  7. Soul Vertigo 70
  8. Ordinary scars 60
  9. Lullabye 65
  10. Look Through The Eyes 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
67

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 22.01.2015. Articolo letto 2024 volte.

 

Articoli Correlati

Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.