V-Device «Vidana» (2015)
Recensione
Bene, eccoci arrivati al secondo album dei Napoletani V-Device, e a scanso di equivoci chiariamo sin da subito una cosa: “Vidana” non ha niente di metal. Neanche di hard rock, glam, stoner o core: è un grunge rock neanche troppo pesante.
Un disco leggero, dunque, ma nondimeno gradevole, che condensa 13 canzoni semplici semplici in circa 46 minuti di musica, e che non chiede nient’altro se non di essere ascoltato tranquillamente. Sotto questo punto di vista, “Vidana” possiede alcuni punti positivi davvero interessanti, come per esempio la desertica “Imagine on”, o la Faith no more-oriented “Policeman blues” (che mi sembra anche essere il singolo estratto), e che insieme all’accoppiata finale “Damned spring”, rockeggiante e corale, o la bluesy “The day of my suicide” per sola chitarra acustica e voce, trovo essere ciò che di meglio quest’album ha da offrire. Di certo dunque “Vidana” è un disco globalmente riuscito, eppure l’ascolto non è sempre liscio e le canzoni non sempre sembrano mordere.
Non è stato facile capirne il motivo, ma dopo qualche ri-ascolto delle canzoni, sembra che in effetti certe canzoni hanno delle spigolosità strane che le rendono meno fruibili, con alcuni giri che durano poco, mentre altri durano fin troppo. Un esempio lampante è dato da “New born youngster”, i cui fronzoli e le lungaggini non rendono giustizia al brano, mentre “Sweetie Jack” è fin troppo allungata verso la fine. Non sappiamo come mai questo avvenga, possiamo solo ipotizzare che i V-Device, come mostrato dalle due belle strumentali, hanno una certa tendenza a suonare atmosfere dilatate e rallentate, e questo secondo me influisce un po’ nel loro stile. Non è niente di grave, ma consiglierei alla band di lavorare un po’ di più sulla fruibilità e sulla differenziazione dei brani, lasciando che quelli più diretti siano più rock e concisi, mentre quelli più atmosferici siano più allungati. Nonostante qualche equilibrio compositivo un po’ fragile, “Vidana” è comunque un buon album, che merita l’attenzione di chi cerca un disco rock non troppo pesante.
Track by Track
- Klown Torture 65
- Imagine On 70
- 3 A.M. 70
- Permanent Disguise 70
- New born youngster 65
- Policeman blues 75
- Desert Veda 70
- My Chevrolet 70
- Clever girl 65
- Atahualpa 65
- Damned Spring 75
- The day of my suicide 70
- Sweetie Jack 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
69Recensione di Snarl » pubblicata il 13.06.2015. Articolo letto 1303 volte.
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