Angellore «La Litanie des Cendres» (2015)
Recensione
Seconda prova di forza per i francesi “Angellore” che, dopo il buon esordio del loro primo album, presentano questo lavoro a cinque tracce intitolato “La Litanie des Cendres” attraverso un post-doom Atmosferico dalle linee pacate e moderate che non tarda a rilasciare il particolare tratto di questa band colmo di sonorità, espressività e di relativi armonici composti e realizzati in maniera assolutamente coinvolgente. I lunghi cinque lunghi brani che compongono il platter rilasciano, nel corso dell’ascolto, delle soavi ritmiche e delle altrettanti atmosfere doom supportate da un cantato in stile growl che non tarda a ricordare i grandissimi Amorphys. Il primo dei brani è “A Shire of Clouds” realizzato con una moltitudine di andamenti che spaziano tra momenti riflessivi realizzati con i synth sino ad altri andamenti maggiormente spinti con i l’ausilio dei distorti e delle ritmiche accelerate della batteria; segue il successivo “Still Glowing Ashes” che apre con un soave cantata al femminile che anticipa una melodia distorta moderata in stile doom assolutamente pulita e nitida; il brano nella parte cantata si alterna tra un growl non troppo agitato e un cantato corale al femminile di ottimo supporto all’intero brano; “Twilight Embrace” track che non si differenzia di molto dai precedenti offrendo sempre degli andamenti doom molto soavi e nitidi con un cantato tutto in versione maschile; si prosegue nell’ascolto del lavoro con la successiva “Inertia” brano che apre con un motivo in piano dai tratti malinconico supportati dal cantato iniziale tutto al femminile d’impatto che lascia l’ascoltatore in un’atmosfera magica, quasi fiabesca che, con il supporto anche del synth trasforma l’ intero brano in un rilassante motivo; conclude il lavoro “Mooflower”, brano di quasi venti minuti, che culla l’ascoltatore con un intro in pianoforte che a poco a poco con andature melo drammatiche sempre dai tratti distorti riescono nuovamente a catapultare l’ascoltatore in una dimensione parallela assolutamente rilassante anche grazie all’alternanza tra il cantato maschile e quello femminile. Il lavoro nonostante la prolissità dei brani, assume dei corretti connotati musicalmente ben realizzati che riescono a garantire all’ascoltatore quasi un’ora di trasporto su una dimensione rilassante; nello stesso tempo i suoni proposti, alternanti tra atmosfere assolutamente soavi ad altre dai tratti doom metal e gothic offrono la sensazione di trovarsi di fronte ad un lavoro da acquistare sopratutto come sottofondo per momenti di relax
Track by Track
- A Shrine of Clouds 70
- Still Glowing Ashes 65
- Twilight's Embrance 60
- Inertia 70
- Moonflower 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Wolverine » pubblicata il 17.07.2015. Articolo letto 1839 volte.
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