Fornace «My Journey is Ending but the Torment Will be Eternal» (2014)
Recensione
Con una line up più che dimezzata e ridotta a soli due membri effettivi, tornano a far parlare di loro i Fornace, band piemontese che presenta questo secondo lavoro dal lungo titolo “ My Journey is Ending but the Torment Will be Eternal”. Va precisato che in questo full lenght, formato da sei brani decisamente lunghi, la performance della batteria è stata curata da Paolo Mingoni che ha coadiuvato il duo in questo nuovo e ambito progetto. Rispetto al precedente lavoro “Pregnant is the night” si assiste ad una maggiore evoluzione compositiva della band che, grazie alle ritmiche maggiormente incisive e a tutto il contesto che assume i connotati caratteristici del Black Death metal, è riuscita a realizzare un lavoro di spessore decisamente maggiore rispetto al precedente. In effetti, il cantato sempre esasperato in un growl dalle tonalità caratteristiche in Black Metal è spesso contornato da atmosfere tetre e desolanti che lasciano l’ascoltatore avvolto in un clima grigio e funereo che assume maggiori contorni se ascoltati esaminando e leggendo contemporaneamente il booklet che ripropone al di sotto delle immagini raffigurate alcune frasi che portano ad una maggiore riflessione sulla solitudine e sulla sottile linea che divide il bene dal male. Il lavoro apre con “My Journey is Ending but the Torment Will be Eternal” brano realizzato con un black metal entusiasmante e ricco di malvagità; il successivo “ From the Darkest Meanders of Our Thoughts” ci presenta un riff quasi subito contornato da una ritmica travolgente dalla quale ben si percepiscono i corretti passaggi sonori effettuati con gli strumenti; scende “quasi” la quiete con “Il Risveglio Atavico” altro brano decisamente più black metal ma dalle andature inizialmente moderate che si alternano a momenti di sana follia e ritmiche accelerate. Il brano più lungo del platter è affidato a “In the Land of Tombs Where the Shadows Lie” brano di circa dieci minuti sempre ricco di tensione ritmica dalle alternanze sonore che riconoscono alla band un corretto e coinvolgente profilo compositivo dimostrato anche dagli intermezzi in acustico. “Passi Solitari. Pensieri Inesplorati. Orme da seguire” cantata in lingua madre e dai contorni ritmici imprevedibili. “Warriors in the Night” segna la conclusione del platter ancora una volta con ritmiche correttamente eseguite ed andature in puro stile black death metal. Complessivamente la band è notevolmente cresciuta da un punto di vista compositivo e anche se non ci troviamo di fronte ad un miracolo, tutto sommato ci possiamo ritenere soddisfatti.
Track by Track
- My Journey is Ending but the Torment Will be Eternal 75
- From the Darkest Meanders of Our Thoughts 75
- Il Risveglio Atavico 70
- In the Land of Tombs Where the Shadows Lie 70
- Passi Solitari. Pensieri Inesplorati. Orme da seguire 75
- Warriors in the Night 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
76Recensione di Wolverine » pubblicata il 05.09.2015. Articolo letto 1685 volte.
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