No Man Eyes «Cosmogony» (2016)

No Man Eyes «Cosmogony» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
15.04.2016

 

Visualizzazioni:
2366

 

Band:
No Man Eyes
[MetalWave] Invia una email a No Man Eyes [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di No Man Eyes [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di No Man Eyes

 

Titolo:
Cosmogony

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Fabio Carmotti :: Vocals;
- Andrew Spane :: Guitars;
- Alessandro Asborno :: Bass;
- Michele Pintus :: Drums;

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
42' 7"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2016

 

Etichetta:
Diamonds Prod
[MetalWave] Invia una email a Diamonds Prod [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Diamonds Prod

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Mazzarella Press Office
[MetalWave] Invia una email a Mazzarella Press Office [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Mazzarella Press Office [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Mazzarella Press Office

 

Recensione

A distanza di tre anni dal loro primo lavoro d’esordio, i No Man Eyes tornano all’attacco con un nuovo lavoro intitolato “Cosmogony” caratterizzato da sonorità miste tra Thrash Progressive e Heavy Metal il tutto accorpato ad una più che buona proposta clean dai tratti talvolta un po’ più aspri ma mai eccessivi e sempre del giusto impatto. Nel corso dell’ascolto emergono delle buone proposte ritmiche realizzate dall’ottimo lavoro della chitarra e dall’altrettanto incredibile lavoro sia del basso che della batteria; sotto il profilo tecnico nel complesso si assiste ad una indiscussa preparazione che va solo ascoltata e apprezzata sino all’ultima nota. Non mancano contesti musicali con caratteristiche epiche e relative puntate power all’interno delle quali insistono virtuosismi sia ritmici che solisti di chitarra, un po’ alla Roland Grapow tanto per intenderci. Tutti queste variabili ed influenze musicali risultano ben miscelate tra loro rendendo il lavoro apprezzabile sotto parecchi profili. Tra i brani del platter, dopo l’intro “Lord”, un brano cantato in maniera espressiva, si parte con un thrash tirato proposto da “Dreamsland” che mette sin da subito a suo agio l’ascoltatore tra i suoi riff potenti e il lavoro della batteria quasi eccessivo rispetto alla mole del brano ma che risulta complessivamente compatto e ricco di armonici; il successivo “Huracan”, orecchiabilissimo per il suo motivo di apertura presenta, dà uno spaccato nuovamente su base mista tra thrash ed heavy metal ma più orientato su quest’ultima; ottimo il lavoro della parte cantata, espressivo non poco e capace di rendere un effetto diretto grazie al suo potenziale. “Bound to Doom” presenta un’altra apertura questa volta mista tra thrash e power metal che tende a propendere in favore della seconda; si assiste nuovamente ad una sorta di esasperazione ritmica della batteria che da comunque al brano quel potenziale necessario a rendere il tutto apprezzabile; interessante il confronto tra la chitarra e le tastiere che lontanamente ci ricordano un po’ quelle tra Johansson e Malmsteen. L’ascolto va avanti con “Spiders”, un brano dai contenuti epici sia strumentali che cantati. Un intro acustico apre il successivo “Blossoms of Creation” che cresce a poco a poco per generare un sound di matrice più progressive nei contenuti ritmici un po’ troppo nuovamente estremizzati dal lavoro della batteria ma tutto sommato completi e armonici; “All the Fear” apertura splendida ritmicamente riconducibile ad un Thrash Metal quasi tendente al Death, poi di seguito più Heavy da considerarsi probabilmente tra i migliori brani del disco. I successivi “How Come My Faith Has Gone” e “The Death you need”, si presentano musicalmente sempre misti di sonorità ritmiche, piuttosto varie nei contenuti, ma musicalmente non esasperati; il secondo brano a metà ascolto, presenta un lavoro virtuoso di chitarra che spezza quasi il brano per una mini pausa studiata appositamente per amplificare l’effetto. “Cosmogony” è uno strumentale con apertura in arpeggio supportato da un lead solo tecnico e una discreta ritmica di batteria che dura per l’intero brano. “Children of War”, conclusiva del platter, presenta nuovamente un apparato strumentale tecnico e misto di correnti. Un lavoro che risulta decisamente elaborato sotto diversi profili sia strumentali che artistici, in alcuni casi il lavoro appare forse un po’ troppo impostato nei contenuti ma il risultato è assolutamente soddisfacente.

Track by Track
  1. Lord 60
  2. Dreamsland 75
  3. Huracàn 70
  4. Bound to Doom 65
  5. Spiders 65
  6. Blossoms of creation 70
  7. All the Fears 80
  8. How Come my Faith has Gone 65
  9. The Death you need 70
  10. Cosmogony 65
  11. Children of War 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 15.04.2016. Articolo letto 2366 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.