Shiverburn «Road to Somewhere» (2016)
Recensione
Album di debutto per gli Olandesi Shiverburn da Helden, una band che si autodefinisce Hard Rock sul proprio profilo Facebook, ma che già dalle foto mi faceva trasparire qualche dubbio, con tutti gli altri musicisti un po’ ripuliti e la cantante un po’ troppo stile “rock star generica”.
E infatti è così: “Road to somewhere” è un album non brutto, ma che è in tutto e per tutto pop rock, con delle canzoni spesso solari, innocue e che sembrano costantemente in ogni singola canzone cercare il passaggio accattivante radiofonico, da singolo. E se questo non è un male di per sé, lo è quando la band lo fa per tutto l’album, evitando qualsiasi forma di differenziazione delle canzoni e rendendo l’album piatto e monotematico, cioè senza assoli rilevanti e dove gli strumenti accompagnano una voce che formalmente fa un lavoro eccellente, ma che sta sempre troppo in prima linea e che per questo non riesce mai a emergere per davvero pur provando a fare cose più da coro come “Last one standing”. Solo in “Mistake” e “Burned Alive” si riesce a sentire un po’ di più lo stile compositivo senza farlo ruotare troppo alla cantante, con la prima di queste canzoni un po’ più pesante, e l’altra più alternative, ma sono parentesi dove i brani sono tutti troppo la stessa cosa.
In conclusione, “Road to somewhere” è un disco pop rock fatto all’estero che non credo abbia la forza per uscire fuori nazione, ed è il classico esempio dove le capacità tecniche e di registrazione sono nulla se manca il feeling delle canzoni, e il perché di questo non mi è chiaro: non si riesce a capire se gli Shiverburn abbiano puntato troppo all’aspetto formale e basta, se la band sia limitata come songwriting, oppure se l’obiettivo era quello di fare un disco dal tiro commerciale, che punta solo ad essere easy listening e ad essere passato in radio e nulla più. Ciò che sappiamo è che difficilmente un disco come questo può interessare agli amanti del metal che leggono questa webzine. Personalmente, avrei preferito giudicare l’album con una sufficienza politica che equivale ad un grosso punto interrogativo dopo l’ascolto per via della diversità del genere e del fatto che non so se riesce a interessare a un pubblico non Olandese, ma decido di dargli una lieve bocciatura paragonabile a un “sei meno meno” per il fatto che faccio fatica a inquadrarlo come un disco che vuole essere pop rock commerciale o un disco fatto da band con mancanze, e se a fine ascolto l’identità della band non è stata ancora inquadrata, o la band non è personale o si riferisce all’audience sbagliata.
Track by Track
- Sick of Waiting 60
- One step closer 60
- Mistake 65
- Hear me out 55
- Last one standing 60
- Same old story 55
- Breaking me 65
- Explanation 55
- A way out 55
- Fighters 55
- You’re so gone 55
- Burned Alive 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 50
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
59Recensione di Snarl » pubblicata il 26.07.2016. Articolo letto 1130 volte.
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