Witchwood «Litanies From the Woods» (2015)
Witchwood
Titolo:
Litanies From the Woods
Nazione:
Italia
Formazione:
- Ricky Dal Pane :: Vocals, Electric, Acoustic Guitar,
Mandolin, Percussions;
- Davide Mosca :: Lead Guitars;
- Luca Celotti :: Bass;
- Stefano Olivi :: Hammond, Piano, Synth, Moog;
- Samuele Tesori :: Flute, Harmonica;
- Andrea Palli :: Drums;
Genere:
Hard Rock / Progressive
Durata:
1h 18' 2"
Formato:
CD
Recensione
E’ uscito lo scorso 2015 per la Jolly Roger Records questo “Litanies from the Woods” per mani dei Witchwood, progetto nato dalle ceneri dei Buttered Bacon Biscuits, band che nel corso degli anni aveva supportato in attività live importanti band tra cui i Jethro Tull, Uriah Heep, tanto per fare qualche nome, pubblicando anche nel 2013 la cover “A National Acrobat” dei Black Sabbath per il tributo “Hands of Doom” uscito per la Mag Music Production. Stiamo parlando sostanzialmente di una band professionista che, effettuata qualche modifica all’interno della sua line up, si è voluta rimettere in gioco offrendo indubbiamente un risultato musicale dai contenuti semplicemente splendidi. La band, incentrata in un hard, progressive, psych, atmosferic, southern rock, di matrice prettamente settantiana, forgia dieci tracce facendo rivivere all’ascoltatore tutta la magia di un sound personale e gloriosamente traghettato all’epoca moderna. Brani melodici, che alternano ritmiche moderate con un puro hard rock a contesti talvolta psichedelici facendo la giusta differenza e dimostrando sostanzialmente tutta la cura che la band appone nelle andature andando di tanto in tanto a pizzicare qualche riferimento a storiche band tra cui Led Zeppelin, Allman Brothers Band e Jethro Tull; insomma un ottimo connubio musicale all’interno del quale a fare la differenza è inoltre la buona prova cantata dell’anche chitarrista Ricky Dal Pane capace di deliziare le orecchie dell’ascoltatore con le sue incredibili doti che vanno a fare la differenza tra i momenti più sentimentali con quelli più spumeggianti in puro rock style. Il disco apre con l’ottima “ Liar”, anticipata da un preludio, dove emergono inevitabili confronti stilistici con gli intramontabili Led Zeppelin, un brano a cui è impossibile resistere, ritmiche in puro rock psichedelico all’interno del un magico lavoro di flauto funge quasi da intermezzo anticipando una successiva ritmica dinamica unica nel suo genere; si passa poi alla successiva “A Place for the Sun” altro brano di puro rock anni 70’ affascinante capace di far fare a chiunque un salto indietro nel tempo, la band trae anche qui alcuni spunti da intramontabili artisti; forte anche in questo brano la presenza del flauto come sottofondo alla parte cantata proprio intenzionato a coinvolgere l’ascoltatore in tutta la sua magia; oltre a ciò, trascinante non poco il motivo del brano e il divertente ritornello; si prosegue poi con la successiva “Rainbow Highway” altro strepitoso hard rock ritmicamente divertente anche per la proposta della chitarra in woua woua; l’ascolto offre tra l’altro anche una sorte di intermezzo cantato su base in pianoforte che carica di seguito nuovamente il brano rendendolo decisamente profondo anche nei contenuti per la sua parte cantata, diretta e divertente; le emozioni non si esauriscono neanche con la successiva “The Golden King”, brano acustico, riflessivo dalla melodia unica all’interno del quale chitarra flauto e una soave percussione riescono a catturare l’ascoltatore per portarlo in una dimensione quasi surreale; nuova apertura in acustico per “Shade of Gray”, brano di oltre dieci minuti di ascolto, all’interno del quale non esistono tensioni o vibrazioni date dai distorti ma pura e semplice poesia; una vera ballata nuovamente riconducibile ad un quarantennio fa è la splendida “The World Behind your Eyes”, un brano rock dannato e amabile allo stesso tempo; “Farewell to the Ocean Bouleva”, un brano acustico, moderato in apertura di oltre un quarto d’ora di ascolto, che lascia poi spazio ad un incredibile gioco tra basso, flauto e lead solo. E’ poi la volta di “Song of Freedom”, un brano tipologicamente riconducibile all’ old america’s west, armonica e chitarra i protagonisti introduttivi, oltre all’ottima voce, che conducono poi il brano ad una misto tra rock e country oltre ad un immancabile southern stile acceso come una miccia dal riff hard rock. Conclude il disco “Handful of Star”, un brano di circa dieci minuti di ascolto, che parte nuovamente con prudente moderazione per poi offrire nella sua seconda metà un nuovo hard rock caldo e grandioso. Un lavoro di elevato spessore artistico, un ponte con il passato che mancava sino ad oggi e che fortunatamente questi intrepidi Witchwood sono riusciti ad elevare facendoci rivivere forti emozioni; disco da avere a tutti i costi.
Track by Track
- Prelude 80
- Liar 85
- A place for the Sun 85
- Rainbow Highway 90
- The Golden King 85
- Shade of Gray 85
- The World Behind your Eyes 85
- Farewell to the Ocean Boulevard 80
- Song for Freedom 85
- Handful of Stars 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 85
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
85Recensione di Wolverine » pubblicata il 15.10.2016. Articolo letto 2353 volte.
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