As A Conceit «Frown Upon Us» (2016)
Recensione
Gli As A Conceit ci presentano questo loro primo lavoro “Frown Upon Us” dimostrandoci che il genere hardcore non è poi sempre la stessa cosa; a darcene prova sono infatti tutta una serie di elementi che la band apporta all’interno di ogni singolo brano di questo platter a cominciare da alcuni elementi melodici sia strumentali sino a giungere a ritornelli cantati in corale, quasi sinfonico, per poi giungere a contestualizzare il proprio sound con una sorta di metal estremizzato, che in alcuni passaggi ricorda, seppur indirettamente, i Meshuggah. Particolari le atmosfere che in alcuni brani compaiono e che tendono a quietare gli animi di chi alla fine dell’estremo cerca un po’ di pacatezza. Il sound è decisamente moderno e innovativo sia nei contenuti che nell’elaborazione, anche se in qualche passaggio si ha un po’ la sensazione della prevalenza dello scream su tutto il resto; in ogni caso al di là di tutto la band sa ben proporsi e distinguersi facendo ben colpo sull’ascoltatore con tutte le particolarissime melodie che inserisce nelle folgoranti quanto massicce andature. Quanto alla classica disamina dei brani dopo l’opener con “Boneheads” all’interno del quale emerge, oltre al caratteristico Hardcore, anche un’alternanza sonora ambient che spezza un po’ il tutto per l’ottima proposta delle parti corali merita apprezzamenti anche il “Hidle Hands”, brano questi che vede la partecipazione come guest del cantante Philip Strande dei Normandie duettare con il frontman così dando al brano un tocco d’apertura decisamente pacato di seguito inasprito ed energizzato come meglio la band sa fare. Altro brano decisamente particolare e melodico, nuovamente pregno di ambient è “Autunno” decisamente caratterizzato per le sue particolari ritmiche che riescono ben a conservarsi sotto l’incredibile influenza dell’ambient proposto; ma ancora degna assolutamente di nota è “The Deep End”, generato da un impulsivo scatenarsi di un’aspra quanto irruenta ritmica in puro hardcore oltre che da un cantato scream particolarizzato oltretutto dalla singolare proposta melodica; un disco che pur mantenendosi ritmicamente costante nelle parti tipiche hardcore, è in grado di generare un’ottima simmetria tra melodie e ambient unificata anche a segmenti corali singolari quanto coerenti nella proposta.
Track by Track
- Boneheads 75
- Hindered 70
- Idle Hands 80
- Running Tired 75
- Modern Day Heroes 70
- Autunno 80
- Fight for Crumbs 70
- Initiatory Path 75
- The Deep End 80
- A Should With a Must 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
75Recensione di Wolverine » pubblicata il 20.12.2016. Articolo letto 1681 volte.
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