AccabbadorA «De Sanguni Tintu» (2016)

Accabbadora ĞDe Sanguni Tintuğ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
27.12.2016

 

Visualizzazioni:
888

 

Band:
AccabbadorA
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Titolo:
De Sanguni Tintu

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro Farci :: Bass
Emanuele Prandoni :: Drums
Gabriele Perra :: Guitars
Federico Pia :: Vocals

 

Genere:
Black Metal

 

Durata:
44' 3"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2016

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Se c’è una cosa che i Sardi sanno fare, è fregiarsi di un certo orgoglio identitario senza farlo scadere nella politica di bassa lega, per cui è con piacere che mi sono apprestato ad ascoltare “De sanguni tintu”, il full length di debutto di questi Accabbadora, un gruppo un po’ di Cagliari e un po’ di Oristano che in 9 canzoni più intro e intermezzo ci propone un buon mix tra black/death melodico svedese e intermezzi con parti di flauto mai predominanti nelle canzoni, che aggiungono allo stile di certi Lord Belial o Dawn nei riffs una cangianza etnica molto in stile Inchiuvatu.
Si potrebbe obbiettare che molti dicono di fare questo mix di stili musicali, e il risultato è o troppo death (e magari spacciato per “blackened”), o fin troppo folk, ma il punto è che dove molti falliscono, gli Accabbadora riescono: lo si sente per una certa vivacità di fondo che rende la musica di questo “De sanguni Tintu” molto scorrevole nella opener “Su feli” ad esempio, ma è dove il black/death melodico diventa più epico che i nostri sardi vanno ad eccellere, con una grande “Custodiu de sa losa” che ricorda gli Opera IX di “Anphisbena” o i Draugr più estremi e con meno tastiere e con “Arribat in mala ora” che conferma questo stile insieme ad “Anima Niedda”, e non sono male anche i momenti più folk di “S’ammutadori” o l’inno conclusivo di “Terra Antiga”. Se questi stili rendono dunque “De Sanguni Tintu” un album sicuramente dal vivace e naturale feeling mediterraneo ma anche metal estremo, ogni tanto la band perde feeling qua e là e si dimostra un po’ acerba, come per esempio nei momenti dove prova ad essere più violenta e brutale (“Orghia Rabiosa”) e però finisce per rovinare gli equilibri del songwriting, specialmente quelli che si collegano con gli stacchi di Sulittu (un flauto sardo). Ma non è tanto questo il difetto principale di “De Sanguni...”, quanto piuttosto il fatto che a volte si sente il bisogno di dare un po’ di respiro alle composizioni usando più accordi semplici e meno note o bicordi che facciano sfogare i brani in parti più corali e meno intricate; questo viene fatto comunque, come nella già citata “Terra Antiga”, e non è un difetto grave, ma per me qui gli Accabbadora posso migliorare in futuro.
In conclusione, “De Sanguni Tintu” è un bel disco fatto da una band che nonostante possa bilanciare e perfezionare il collegamento delle proprie influenze, sa su quali binari compositivi muoversi e come giocare le sue carte, ed è consigliabile ai fans di questo black/death melodico svedese sopra descritto, nonché a chi apprezza questo stile metal estremo incrociato con un feeling mediterraneo che ultimamente va sviluppandosi.

Track by Track
  1. De Sanguni Tintu - Intro S.V.
  2. Su Feli 80
  3. Custodiu de sa losa 80
  4. Orghia Rabiosa 70
  5. S'ammutadori 75
  6. Antigu Sentidu 75
  7. Anima Niedda 75
  8. Su misteriu de su tophet 70
  9. Arribat in mala ora 80
  10. Orbexendi - Intermezzo S.V.
  11. Terra antiga 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 27.12.2016. Articolo letto 888 volte.

 

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