Binary Creed «A Battle Won» (2016)

Binary Creed «A Battle Won» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
25.02.2017

 

Visualizzazioni:
1253

 

Band:
Binary Creed
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Titolo:
A Battle Won

 

Nazione:
Svezia

 

Formazione:
Robert Rasmussen Ahlenius :: Bass
Peter Widding :: Drums
Stefan Rådlund :: Guitars
Peo Olofsson :: Keyboards
Andreas Stoltz :: Vocals

 

Genere:
Metal / Progressive metal

 

Durata:
42' 42"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
04.11.2016

 

Etichetta:
Rockshots Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Secondo album per gli svedesi da Umeå, Binary Creed, che in tre quarti di musica ci presentano un esempio di ciò che loro definiscono Power Progressive Metal, come scritto dal flyer e riportato ovunque. Ma personalmente mi permetto di dissentire: in quest’album c’è poco di progressive per via di una durata delle canzoni piuttosto breve nonché per una certa linearità del songwriting, e in quanto al power sicuramente questo è un genere presente, ma non bisogna per questo aspettarcisi delle cavalcate veloci di chitarra. Se ascoltato così, “A battle won” dei Binary Creed può risultare poco speciale o nella media. La definizione che infatti reputo più calzante per i Binary Creed è infatti un Power/Heavy Metal moderno, enfatizzato da certo Symphonic Metal e soprattutto incrociato e reso più pacato nei toni dal death metal melodico più tipicamente svedese, di quello non tirato ritmicamente, ma comunque compatto.
È sotto questo punto di vista che “A battle won” va visto e ascoltato, ed è così che acquista maggior valore pur se resta comunque non scevro di alcuni difetti: se infatti brani come “Servants” o “The fallen king” li apprezziamo per un tiro più tipicamente metal e ispirato, insieme magari a “These hands”, “Safer than now” e la title track, ci sono anche altri casi dove il risultato finale scorre bene ma in maniera un po’ innocua, come nella carina e nulla più “Lurking in the shadows” e “The ones to bleed”, e in questi come in altri casi l’equilibrio tra i generi, non facilitato da una breve durata dei brani, va un po’ a perdersi, con una componente del songwriting che va a mancare o che non è sfruttata abbastanza, come l’inizio più duro di “A better man” ad esempio, che avrebbe donato più eterogeneità, e che invece dura poco. Non mancano rari momenti come “In a time to come”, dove il ritornello suona strano a causa di una parte precedente introspettiva, che non produce abbastanza climax. Certo, tutto viene compensato da una buona scorrevolezza dei brani, non troppo easy listening ma comunque ottimi da ascoltare in macchina o per un ascolto disimpegnato, ma ciò non toglie che il feeling di inoffensivo e che va troppo sul sicuro c’è e dona all’album una componente un po’ uncool.
In conclusione, “A Battle Won” dei Binary Creed è un disco invero non male, ma direi anche fin troppo smussato, dove le influenze da me citate per me potrebbero emergere di più e in maniera più spigolosa, come sviluppo futuro. Per il resto, ora come ora i Binary Creed non hanno molta forza o la sufficiente originalità per andare oltre la propria nazione, ma ciononostante più siete fans dei generi da me suggeriti, più questo disco può fare per voi.

Track by Track
  1. Servants 75
  2. Lurking in the shadows 65
  3. In a time to come 60
  4. The fallen king 75
  5. The ones to bleed 65
  6. Safer than now 70
  7. A better man 60
  8. Black storm 60
  9. These hands 70
  10. Journey without end 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
67

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 25.02.2017. Articolo letto 1253 volte.

 

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