Chronic Hangover «Nero Inferno Italiano» (2016)

Chronic Hangover «Nero Inferno Italiano» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
19.03.2017

 

Visualizzazioni:
1342

 

Band:
Chronic Hangover
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Titolo:
Nero Inferno Italiano

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Jacopo :: Vocals
Rutto :: Bass
Charlo :: Drums
Zorro :: Guitars

 

Genere:
Stoner / Doom metal

 

Durata:
43' 11"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
11.11.2016

 

Etichetta:
Minotauro Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Grand Sounds PR
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Recensione

Piacevole e scorrevole questo primo album dei Romani Chronic Hangover, ma anche un bel po’ fine a sé stesso. Questa è la mia diagnosi di “Nero Inferno Italiano”.
A giudicare dall’apparenza e dalle influenze della band nel proprio sito bandcamp mi aspettavo un bel discone di stoner rock sporco, irriverente e sudaticcio, ma in realtà quest’album suona molto più rock che stoner, un po’ doom, il che non è un male, ma le canzoni pur avendo per tutti e 43 i minuti dell’album un buon tiro che costituisce di fatto ciò che salva in corner il disco, hanno il difetto di non essere mai né particolarmente pesanti né molto originali, specialmente nei riffs di chitarra. Lo si sente infatti dalla opener “Vituperio”, che consiste in un rock n roll gradevole e godibile ma che non va molto oltre a questo, e la stessa cosa avviene per altri brani come “Homunculus”, “Villa triste” o la title track, con alcuni riffs troppo semplici. Altrove la band prova a variare e ci aggiunge un po’ più di varie influenze, come in “Sociopatia” o in “Regretudo”, ma alla fine il discorso musicale non si sposta più di tanto, stranamente, e bisogna aspettare alcune canzoni conclusive per ascoltare una vera differenziazione del sound, con “Alamut 2112” che suona più malata e ci convince per questo, e “Lucifer in the sky with diamonds” meno melodica e più martellante, nonché con un positivo lavoro del basso e un feeling che mi ricorda certe cose di Danzig. Non male, ma di lì a poco l’album finisce.
Insomma, nonostante il nome della band davvero azzeccato e titoli delle canzoni come l’ultima, “Nero Inferno Italiano” per me suona abbastanza impersonale: gradevole sì, con molta attitudine e tiro ma anche con poco altro, specialmente per quanto riguarda i riffs di chitarra e gli arrangiamenti, e per questo secondo me pur essendo carino lascia molto il tempo che trova. Per collezionisti di questo genere musicale e poco altro. Forza ragazzi, si può e si deve osare di più in quanto a personalità del sound.

Track by Track
  1. Vituperio 65
  2. Homunculus 65
  3. Sociopatia 65
  4. Regretudo 60
  5. Tossine 65
  6. Villa triste 60
  7. Alamut 2112 70
  8. Nero Inferno Italiano 65
  9. Lucifer in the sky with diamonds 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
64

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 19.03.2017. Articolo letto 1342 volte.

 

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