Theta «Obernuvshis» (2017)

Theta «Obernuvshis» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
22.07.2017

 

Visualizzazioni:
1153

 

Band:
Theta
[MetalWave] Invia una email a Theta [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Theta [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di Theta

 

Titolo:
Obernuvshis

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Mattia Pavanello :: All Instruments;

 

Genere:
Drone / Doom / Ambient / Noise / Dark Metal

 

Durata:
46' 2"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2017

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Dopo un Ep intitolato “LXXV”, esordisce con il suo primo full lenght esclusivamente strumentale la one man band capitanata da Mattia Pavanello che ci rilascia questo “Obernuvshis” di cinque tracce miste tra doom, industrial e drone, strutturate su andature particolarmente basse anche sotto il profilo dell’accordatura strumentale al punto da generare contesti ipnotici, oscuri alquanto profondi e devastanti. I distorti sono compatti e potenti e attraverso la loro lentezza e forza penetrante, l’autore celebra la propria criticità sulla personale visione del mondo oltre che sulle atrocità della guerra e il consumismo illimitato e incontrollato. Pur trattandosi di un lavoro strumentale solista, l’autore, prettamente dedito al sound della chitarra, recluta come supervisore delle percussioni Mirko Fustinoni e si avvale dello special guest di Fabio Gatto nell’opener di questo lavoro. Come si accennava, i cinque brani risultano particolarmente lunghi nell’esecuzione ma al di là di tutto scorrono in maniera decisamente rapida se si considerano gli ottimi contenuti e le ipnotiche quanto incredibili sonorità ivi riposte. Impossibile or dunque annoiarsi se si amano sonorità doom distorte sottoposte a contesti deliranti e devastanti nei contenuti. I primi tre brani “Travel Far Into The Black Hole Depths”, “Ruins of Inari” e “ Butterfly Cycle” generano un senso quasi oppressivo dal quale sembra impossibile districarsi tra lentezza, ma anche tra alcuni contesti particolarmente melodici che non tardano a rendere l’immaginario scenario catastrofico un vero e proprio emblema meritevole dei migliori apprezzamenti; nel terzo brano tra un contesto acustico e l’imponente distorto industrial, si percepisce per qualche istante probabilmente la voce dell’autore in lingua tedesca. I rimanenti “ Harshness of A” e “Concrete and Fundation”, quest’ultimo di oltre undici minuti di ascolto denotano in ogni caso l’indiscussa propensione dell’autore al misterioso tra una melodia e l’altra. Un disco realista e allo stesso tempo singolare nei contenuti miscelati tra oscurità, melodici e quanto di più incredibile si possa fare.

Track by Track
  1. Travel Far Into The Black Hole Depths 80
  2. Ruins of Inari 80
  3. Butterfly Cycle 80
  4. Harshness of A 80
  5. Concrete and Fundation 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
80

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 22.07.2017. Articolo letto 1153 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.