Apocryphal «When There Is No Light» (2018)
Recensione
Devo essere sincero: gli Apocryphal da Verona li conosco sin da che hanno cominciato a calcare i palchi per via di qualche concerto fatto insieme, ma anche quando non avevano neanche pubblicato qualcosa, questo quartetto mi impressionò per la capacità di saper mescolare alla grande parti norvegesi tipicamente alla Darkthrone con parti più variegate alla chitarra, che si rifacevano ai Dissection per qualche influenza mutuata dal Death Melodico. Era dunque con una certa trepidazione che mi accinsi ad ascoltare il loro primo full length, questo “Where there is no light”, che esce per la buona Earthquake Noise Terror, label che conosco per avere assoldato altri gruppi di talento come Vexovoid, Hateworld e Sofisticator. E in questi tre quarti d’ora direi senz’altro che le buone promesse che questi quattro ragazzi mi davano sono state mantenute, con qualche margine di miglioramento.
Sono infatti la poliedricità del sound di questi ragazzi e l’estrema naturalità con cui mischiano le loro influenze a rendere convincente questo disco, e questo lo si nota sia quando si va sul sound più scarno e minimale ma rabbioso di “Evoking Satan” o di “Offer to stars”, sia quando si aggiungono soluzioni leggermente più groovy e cambi di tempo positivi in “Violence of unique god”, che godono del fatto di saper centrare il bersaglio pur usando riffs con modifiche abbastanza minimali nel corso dei brani. Tutto questo va poi differenziandosi nel resto dell’album, passando per una “Under the black...” più selvaggia nella seconda parte, o in influenze svedesi che vanno ad affiorare nelle grandi “Midnight sky” e “Original glory” che testimoniano sia il sound multisfaccettato degli Apocryphal, sia la lodevole capacità di non suonare affatto scontati, monodirezionali o troppo ancorati a qualche stereotipo del black metal. Il tutto viene condensato ed esposto nel miglior modo in “Last pagan night”, secondo me l’episodio migliore dell’album, e che consiste in una vera e propria summa compositiva degli Apocryphal.
Detta così dunque si parla di un capolavoro, ma ci sono un paio di difetti che, sfortunatamente, zavorrano un po’ non la qualità della band, ma la riuscita formale dell’album, più che altro dovute a peccati di gioventù. Il primo difetto, non grave, è dato dal fatto che per quanto gradevolmente variegato e coeso sia il sound di questi ragazzi, forse suona con le influenze un po’ scollate tra di loro e si può auspicare una maggiore amalgama delle stesse. Non si tratta di qualcosa di grave, ripeto, ma qui gli Apocryphal possono migliorare. Il secondo difetto, più grave, è dato dal sound. Il disco è registrato bene, ma purtroppo i volumi non sono molto adatti e sono troppo secchi: in uno stile musicale così atmosferico e selvaggio, infatti, servirebbe un sound incentrato sulle chitarre, il basso e le eventuali armonizzazione, ma per qualche strano motivo chi ha fatto volumi e mixaggio ha preferito mettere in primo piano batteria e voce, togliere gli effetti e pulire troppo tutto il sound, per un risultato che personalmente trovo più adatto a certo Death Melodico, ma la mancanza significativa di sovraincisioni e l’eccessiva secchezza del sound danneggia la riuscita formale di questo disco, che risalta un po’ di più quando i brani diventano più guitar oriented, ma che vengono resi troppo secchi quando gli Apocryphal usano soluzioni stilistiche più minimali. Il sound un po’ impersonale e generico è senz’altro un aspetto che gli Apocryphal dovranno studiare in futuro, per fare in maniera che entrambe le componenti del loro sound vengano valorizzate.
Ma nonostante un sound così così, il resto c’è e va a gonfie vele, e l’ascolto dell’album mostra comunque delle belle capacità che distolgono in buona parte l’attenzione dal sound e testimonia la riuscita di questo disco di debutto degli Apocryphal, che consiglio in particolare a chi è amante di ciò che sta in mezzo al black metal, le sonorità tipo Dissection e il primo death melodico.
Track by Track
- The call of war - Intro S.V.
- Evoking Satan 70
- Offer to stars 75
- Violence of unique god 75
- Under the black flag of Babylonia 75
- Midnight sky 80
- Original glory 75
- Last pagan night 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 80
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
75Recensione di Snarl » pubblicata il 08.04.2018. Articolo letto 1642 volte.
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